Anguissola Sofonisba

(Cremona, 1535 ca. – Palermo, 16 novembre 1625)


Anguissola Sofonisba

Sofonisba Anguissola è stata una grande pittrice del Rinascimento. Le sue opere ebbero nel ‘500 molta risonanza, nonostante il suo essere donna, il suo tempo le consentì di emergere in un panorama decisamente dominato dagli uomini. Quello che è strano è però che, nonostante il suo nome circolasse nel periodo rinascimentale, assai meno noto è oggi nonostante sia molto facile acquisire notizie, documentarsi ed essere informati. Quasi nessun libro di testo scolastico fa un minimo cenno alla dotata pittrice, e pochi libri fanno riferimento a lei se non per dei cenni limitati e poco esaurienti.
 La sua figura invece è certamente degna di approfondimento e valorizzazione ben oltre quel ristretto ambito cui oggi appare costretta. Innanzitutto occorrerebbe considerare che, proprio nell’ottica del suo tempo, non era facile riuscire a studiare e ad imporsi in un mondo riservato quasi esclusivamente agli artisti uomini. Sofonisba per questo deve tutto al padre che seppe riconoscere in lei un vero talento e darle il necessario coraggio e la fiducia per intraprendere una strada difficile e incerta. Sempre grazie al padre Sofonisba venne poi introdotta in una delle corti più importanti del tempo, quella spagnola, dove ebbe modo di esercitare le sue doti di pittrice realizzando molte opere e ritratti dei reali. Infine, sempre grazie al padre, ebbe modo di fare conoscere una sua opera addirittura al grande Michelangelo, che avendola apprezzata, la consegnò alla storia facendo sì che venisse citata nelle vite del Vasari, il più importante riconoscimento per gli artisti di allora.
Quello che è straordinario e che emerge dallo studio della vita di questa donna, è la sua grande capacità di inventarsi, cambiare vita, innamorarsi ed appassionarsi, all’arte, alle persone, alle città. Il suo percorso artistico ha più di una volta deviato il suo corso per via delle diverse occasioni della sua vita e per questo Sofonisba appare oggi un personaggio straordinario, ancora capace di regalarci delle sorprese. Basti dire che solo di recente alcune sue tele sono state a lei definitivamente attribuite grazie alla perseveranza di uno studioso che ha tenacemente eseguito delle ricerche relative alla sua attività in Sicilia.
Ma andiamo con ordine… Sofonisba era di Cremona. Aveva altre sorelle alcune delle quali come lei si dedicarono all’arte. Dopo la sua lunga permanenza alla corte di Spagna, (purtroppo la documentazione relativa alla produzione spagnola è andata perduta in un incendio), dove divenne anche amica della principessa di Valois, andò in sposa al principe Moncada di Paternò, in Sicilia.

Madonna dell’Itria a Paternò

Quando per un incidente in mare il principe morì improvvisamente, l’artista si trovò sola e decise di trasferirsi in Liguria. Prima di partire realizzò il dipinto della Madonna dell’Itria a Paternò.
Dopo il tragico incidente ed un periodo di lutto, Sofonisba conobbe un capitano, e lo sposò. Palermo le era tuttavia rimasta nel cuore e decise di ritornarci con il suo sposo, che coltivava degli interessi in città. Visse fino a 96 anni e quando morì venne sepolta nella Chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo. È noto il suo incontro con il giovane pittore Van Dyck, che affermò di avere imparato di più su come impostare la luce nei suoi dipinti da quella vecchia pittrice che da nessun altro. Van Dyck si trovava a Palermo per realizzare la nota tela della Madonna del Rosario che oggi possiamo ammirare nell’oratorio del SS. Rosario in San Domenico.
Sofonisba pervenne, nel suo tempo, ad un risultato artistico efficace e spontaneo. Nonostante il suo repertorio sia stato decisamente di carattere aulico, non prese mai le distanze da una caratterizzazione psicologica dei personaggi da lei ritratti. Se si dovessero rintracciare nelle sue opere delle particolari influenze esercitate da artisti noti, non si potrebbe non menzionare il Correggio, ma questo non può portarci a pensare ad una mancanza di originalità e di autonomia artistica, anzi un particolare episodio della storia artistica di Sofonisba serve a dimostrare che anche lei incise in modo particolare nell’influenzare gli artisti del suo tempo….

Ritratto di Famiglia – Sofonisba Anguissola – 1557

Si racconta infatti che il padre inviò dei disegni della giovane artista a Michelangelo, al fine di mettere in evidenza le capacità della figlia…. Tra le opere inviate a Michelangelo si trovava anche un disegno, dal titolo “Fanciullo morso da in granchio”. Pare che l’espressione di tale fanciullo mezzo secolo più tardi servì ad ispirare il grande Caravaggio nel suo Fanciullo morso da un ramarro. Certo è che Sofonisba raggiunse una notorietà che le garantì di essere citata nelle Vite di Vasari, pare grazie anche all’intercessione dello stesso Michelangelo, che riconobbe in lei un sicuro talento. Anche oggi, si riconosce spessore a questa pittrice che, insieme ad Artemisia Gentileschi, può essere considerata come una delle più grandi pittrici del la storia dell’Arte. Forse il suo spirito innovatore non voleva troppo emergere, nello scardinare gli stereotipi del suo tempo e della sfera culturale all’interno della quale agiva, ma il suo coraggio traspare quando si osserva la capacità di uscire anche nei ritratti ufficiali, da schemi prestabiliti. Piccoli scorci di paesaggio… piccoli gesti che rompono le rituali rigidità dei regnanti, fanno della pittrice una sincera indagatrice dei sentimenti umani, e una maestra della luce, che seppe imporsi garbatamente, tra gli artisti del suo tempo.