Erich Mendelsohn

Intorno al 1915, si sviluppa una tendenza che crede nella necessità che il progetto di architettura debba superare il mero funzionalismo e utilizzare le possibilità della tecnica moderna e dei nuovi materiali a disposizione per divenire espressione, interpretando la realtà in modo anche personale.
All’interno di questo pensiero confluirono opere diverse tra le quali spicca la nota Torre Einstein a Postdam del 1924 commissionata per essere una torre telescopio per le ricerche di fisica solare. Di Erich Mendelsohn l’edificio evidenzia la linea espressionista. Mendelshon interpreta questo edificio come l’idea di una massa plastica in un gioco di massa e volumi che sembrano quasi modellati nella creta.
Strutturalmente le pareti sono realizzate in muratura, successivamente ricoperte di calcestruzzo per esprimere un effetto ondulatorio che si accentua al variare della luce sulla superficie delle pareti. La torre può definirsi architettura e scultura ad un tempo. In essa è compreso il movimento dell’osservatore che, per coglierne la forma, gli ruota intorno. Induce quindi ad un’esperienza dinamica, introducendo la dimensione temporale nel progetto, che è alla base delle tendenze di matrice cubista.