Raggismo

La lezione del Futurismo, grazie all’opera di capillare diffusione operata da Marinetti giungerà anche in Russia e darà luogo ad un fenomeno artistico denominato “raggismo”. Nel 1910 un viaggio compiuto dallo scrittore infatti condurrà ad un incontro decisivo per lo sviluppo di questa singolare tendenza artistica, quello con M. Larionov e N. Goncarova, due giovani artisti che volevano rinnovare l’arte del loro Paese.
Ne seguirà la formulazione di un manifesto, che verrà pubblicato nel 1913. L’opera più nota del raggismo è di Natalja Goncarova e si intitola “il ciclista”. Qui è evidente l’influsso futurista dalla introduzione del tema del movimento, ma vi è anche una certa ricerca per la veduta simultanea che ricorda le tematiche cubiste. Del resto nelo stesso manifesto del Raggismo si dichiara di volere attuare una sintesi di Cubismo, Futurismo ed Orfismo.
Il raggismo però non vuole porsi come sterile imitazione di modelli importati e si distingue per la particolare tendenza ad esaltare il ruolo della luce.
Il termine stesso raggismo infatti si riferisce ai raggi luminosi, che, secondo l’intenzione degli artisti, dovevano fuoriuscire dagli oggetti, colpiti a loro volta dalla luce.