La Scuola di Parigi

Sotto la generica sigla di “Scuola di Parigi” si raccolgono alcune figure di artisti che non aderirono alle correnti che imperavano nel mondo artistico della Parigi dell’epoca ma che giunti a Parigi, si alimentarono dalla sua atmosfera e dai contatti con i numerosi pittori che popolavano i quartieri degli artisti e che davano vita a fecondi dibattiti nei numerosi locali pubblici parigini. Gli artisti della “Scuola di Parigi” sono figure singolari, che portarono avanti un proprio stile personalissimo e condussero anche uno stile di vita particolare. Sullo sfondo il quartiere di Montparnasse di Parigi e il noto edificio denominato Ruche, (l’alveare) per quella sua conformazione che consentiva di ospitare numerosi atelier di artisti, che spesso vi vivevano addirittura, in una sorta di completa simbiosi tra vita e arte.

L’esperienza cronologicamente si colloca all’inizio del secondo decennio del 1900, molti artisti amavano ritrovarsi nei caffè per scambiarsi le idee sul modo di fare arte, e spesso nascevano da questi scambi i nuclei principali di tendenze che diedero luogo alle grandi rivoluzioni artistiche di tempi successivi.
Molti di loro condividevano anche uno stile di vita privo di regole che contribuì alla diffusione dell’immagine del pittore folle, e geniale, che animò il panorama artistico della Parigi dell’epoca.

Soutine, Chagall, Modigliani, furono senza dubbio alcune delle personalità più interessanti, voci fuori dal coro che comunque con le novità amavano confrontarsi e che realizzarono opere che sono entrate a far parte della storia dell’arte.

L’esperienza di Amedeo Modigliani è emblematica di quale fosse il clima instauratosi a Montparnasse. La sua figura ha ispirato anche una recente produzione cinematografica che propone la vita artistica di chi popolava la Ruche. Nativo di Livorno, Modigliani (detto Modì) si trasferisce a Parigi nel 1906. il suo personalissimo stile propone figure umane dalle forme allungate e ritratti quasi sempre concepiti con occhi senza pupille. Si è spesso favoleggiato sul significato di tali scelte, ritenendo plausibile che l’artista volesse così indicare lo sguardo interiore del personaggio raffigurato. Quando giunse a Parigi, Modì, portò con sé il retaggio della sua cultura figurativa, derivata dall’osservazione dei dipinti del Quattrocento italiano, sui quali si era formato. Non conobbe rilevante notorietà finché nel 1917 la galleria Berthe Weill non gli dedicò una personale. In tale occasione i suoi “nudi” che proponevano donne distese particolarmente vere nonostante realizzate con il particolare stile di Modì, dovettero essere ritirati per il grande scandalo suscitato.

Modigliani esercitava anche l’arte della scultura… famoso il caso del ritrovamento di alcune “teste” da lui realizzate, poi giudicate dei falsi. Lavorava con scalpello e martello, e realizzava sculture che prediligevano una semplificazione delle forme. Le condizioni di salute dell’artista tuttavia non consentirono la prosecuzione di questa attività che dovette interrompere nel 1914.

Grande amico di Modì fu Soutine, originario della Lituania e giunto alla Ruche nel 1913. Anche lo stile di questo pittore era particolare ed originalissimo. Soutine aveva un carattere schivo e amava la solitudine. Le sue opere si distinguono per una violenza cromatica portata all’eccesso e il tratto è fortemente espressionista.
I dipinti denotano inoltre una volontà di riversare sulla tela tutto il proprio vissuto in un modo che si avvicina sia a Van Gogh che ai Fauves.

Infine, parlando della scuola di Parigi non si può non menzionare Chagall, pittore russo giunto a Parigi nel 1910. Le sue opere sono molto apprezzate per il carattere visionario e sognante e per i soggetti che spesso ritraggono coppie volanti e innamorate, sospese in un mondo colorato e fiabesco. In realtà nei suoi dipinti è spesso profusa la sua malinconia e la nostalgia per il suo paese d’origine. Marc Chagall non perse mai la memoria della sua terra e delle sue tradizioni popolari ebraiche e riversò questi contenuti nelle sue opere. Determinante per la genesi di molti quadri fu inoltre l’incontro con la donna della sua vita, Bella Rosenfeld, che l’artista dipinse più volte. Emblematico in tal senso è il dipinto dal titolo “la passeggiata” del 1918. Qui i protagonisti sono proprio l’artista e la sua compagna che si libra nell’aria come un aquilone, lasciando sullo sfondo una dolce rappresentazione di Vitebsk, altro motivo ricorrente nei dipinti di Chagall.