Metafisica

La nuova tendenza definita Metafisica cui aderiranno, intorno al 1918, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà e Giorgio Morandi si contrapporrà al Futurismo, che ricercava un modo per rappresentare il movimento e la velocità, e rappresenterà una dimensione dove ogni cosa apparirà assolutamente immobile e quasi senza tempo. I principali esponenti della Metafisica sono oltre ai citati De Chirico, Carrà e Morandi anche Casorati, Sironi, Martini, Marini e Tosi. Giorgio de Chirico, nato nel 1888 a Volos, in Grecia, studia a Monaco. Entrò in contatto con la filosofia di Nietzsche e Schopenhauer.
Lo stesso De Chirico scriverà: “Quando Nietzsche parla della concezione del suo Zarathusrtra, in questo participio ‘sorpreso’ sta tutto l’enigma della rivelazione che giunge improvvisamente”. Egli rappresenta il maggiore esponente della Metafisica, riporta nelle sue opere pittoriche immagini di città che sembrano disabitate e nelle quali, al posto degli essere viventi, vi sono solo dei manichini, forse allusione alla condizione dell’uomo contemporaneo visto come una sorta di automa. I fondali architettonici non vogliono scandire gli spazi ma sortire un senso come di magia. Ama inserire nelle composizioni oggetti d’uso comune che descritti con minuzia, ma collocati in contesti a loro estranei. Rappresentano anche un omaggio alla sua patria d’origine gli inserimenti di elementi relativi alle rovine archeologiche, o ai Templi greci, (vedi “Cavalli in riva al mare” del 1929 e “Cavalli” del 1952).
Su tutto sembra che regni una calma assoluta, gli oggetti come visioni generate dai sogni sembrano quasi essere privi di  peso ed appaiono come pure forme geometriche. La personalità di De Chirico seppe influenzare con le sue opere, artisti come Magritte e Dalì.