Edward Weston

Weston sosteneva che compito del fotografo non fosse solamente “imparare a maneggiare l’apparecchio o a sviluppare o a stampare”, ma “imparare a vedere fotograficamente, addestrarsi a guardare il soggetto, tenendo conto delle possibilità della sua attrezzatura e dei relativi procedimenti tecnici, in modo da poter istantaneamente tradurre gli elementi ed i valori della scena, nell’immagine che si propone di realizzare”. Praticamente i fotografi secondo Weston dovevano possedere la capacità di pre-visualizzare (visualizzare prima) la fotografia dentro se stessi, e poi scattarla.
Nato nell’Illinois nel 1886, divenne ben presto uno dei maggiori fotografi statunitensi. Nel 1906, si sposa con Flora May Chandler e apre un proprio studio fotografico. Le sue foto sono accolte ai Salon e il giovane Weston viene spesso premiato, ottenendo addirittura la nomina a socio onorario del Salone di Londra.
Dal 1915 si interessò a una ricerca su insoliti effetti luministici e angolazioni particolari che conferirono alle sue foto, aspetti simili alle opere di coeve correnti artistiche. Ciò accade dopo una visita ad una mostra d’arte contemporanea a San Francisco.
Nel 1916 saranno invece le pagine di “Camera Work”, (rivista di arte e fotografia pubblicata da Alfred Stieglitz a New York), a dargli modo di apprezzare il cubismo in arte e il modernismo fotografico di Strand e di Sheeler.
Dal 1917 al 1934, Weston terrà un diario personale dove annoterà molte delle sue idee. Grazie a questa raccolta di scritti sappiamo molte cose sulla genesi di alcune sue fotografie.
Fino agli anni ’20 si orientò su effetti di “sfocato artistico”. Successivamente il suo stile ebbe una evoluzione. Fu probabilmente il contatto con l’ambiente del “Rinascimento Messicano” e la frequentazione di Tina Modotti ad indurlo ad approfondimenti diversi a partire dal 1923. tali ricerche contraddistinsero da quel momento la cifra stilistica del fotografo.
In Messico conosce anche alcuni noti artisti della nuova arte messicana come ad esempio Diego Rivera. La sua fotografia assume una monumentalità inaspettata forse ispirata ai murales di Diego di cui fotografa la moglie, restituendo con la nota immagine di Guadalupe Marin de Rivera il primo della serie dei ritratti “eroici”. Ritrae anche Tina Modotti in quel periodo sua modella e compagna.
Nel 1925 realizza Excusado, che offre all’osservatore una immagine inconsueta, che fa pensare all’orinatoio duchampiano. Si tratta del WC di casa sua del quale esalta le qualità formali, perfettamente rispondenti alla funzione.
L’arte in Weston è ancora motivo di ispirazione, non la imita, ma le immagini desunte dall’universo artistico riemergono nelle sue opere fotografiche, riportandoci alla realtà l’oggetto che l’arte stessa aveva iconizzato. È come un chiudere il cerchio: all’inizio c’è il soggetto che l’arte reinventa, infine la fotografia riconducendolo alla realtà ne fa con il tempo a sua volta un’icona.
Nel ’29 Weston è a Point Lobos, presso Carmel, che costituirà per lui un punto fermo nella sua ricerca artistica.
Nel 1932 lo vediamo tra i fondatori del gruppo F/64 (nato in opposizione ad alcune tendenze californiane coeve di tipo sentimentalista ottenute attraverso la manipolazione per ottenere in fotografia effetti sdolcinati), e che si proponeva di basare invece la fotografia su una rinnovata perfezione stilistica e tecnica contro le foto cosiddette “impure”. L’amore per le superfici e per il dettaglio si arricchiva ancora di più attraverso una perfetta resa fotografica.
Si trasferisce poi a Santa Monica e nel 1937 ottiene il premio Guggenheim Fellowship. Dal 1940 le opere fotografiche di Weston si accostano alle coeve ricerche biomorfiche di alcuni artisti dell’avanguardia artistica europea. Ricordiamo le foto dei cipressi di Point Lobos,
L’attività di Weston cessò quando, per ragioni di salute nel 1948 scattò la sua ultima fotografia, a Point Lobos. Morì dieci anni dopo, in California.
 Di lui ricordiamo fra le altre la bellissima foto della nota modella Charis Wilson nel 1936, con la quale ebbe anche una storia sentimentale, recentemente affiorata all’onore della cronaca. Una immagine che ricorda molto il “nudo blu” di Matisse. Ma era la forma ad animare in lui un reale motivo di interesse, sia essa appartenente alle nuvole, agli esseri vegetali, minerali o all’uomo. Isolando il particolare di una superficie, di un ramo come di una roccia, Weston esaltava quel principio della forma che procede dal generale al particolare rispettando sempre le stesse dominanti compositive. Della natura svelava i segreti leggibili dall’osservazione della forma. Queste superfici rugose, questi particolari della perfezione naturale (vedi Nautilius) tuttavia non li offre come una sua creazione artistica ma come una realtà presente semplicemente rivelata dall’occhio del fotografo, al quale non resta che il compito di svelarle. Sono così oggi le immagini di Point Lobos, nella California nord-orientale vicino a Carmel, quelle che amiamo ricordare insieme alle sue parole:”Ho fatto la mia parte nel rivelare agli altri il mondo vivente intorno a loro.