Architettura Federiciana

Nell’XIII secolo si diffonde l’architettura federiciana, che prende il nome da Federico II figlio di Enrico VI di Svevia, e che rientra in una volontà pianificatoria di difesa e di rappresentanza del potere imperiale nel meridione d’Italia. Caratteristica comune dei castelli di epoca federiciana è l’impianto geometrico regolare, inoltre, una relativa simultaneità degli anni di costruzione (che oscilla per tutti tra il 1235 e il 1245), fu utile a garantire una aderenza di scopi oltre che una certa omogeneità tipologica. Del resto non si può non considerare che, l’evoluzione tipologica dei castelli, è pur sempre legata a fattori di tipo pratico che dipendono dalle variazioni delle armi di offesa, armi che non mutarono prima del XIV secolo pertanto le forme non possono differire poi tanto.
Molti sono stati i dibattiti circa i diversi influssi operati da varie culture sull’edificazione di questi castelli, una di queste vorrebbe fare derivare i castelli federiciani da modelli di precedenti fortezze arabe. Sicuramente l’influsso ai nitidi volumi geometrici tipici dell’architettura araba di epoca romanica in Sicilia, dovettero fare la loro parte nel suggerire forme e volumi.
È ormai nota anche l’influenza dell’architettura cistercense, che conferì le caratteristiche che mostrano specialmente i castelli federiciani non edificati in Sicilia. In Sicilia infatti è l’influsso islamico che plasma maggiormente il linguaggio architettonico dell’impianto federiciano, che doveva essere ricondotto anche alla volontà dello stesso Federico…. Non si può infatti non ricordare che Federico II passò proprio a Palermo i primi anni della sua vita e a Palermo sopravviveva ancora forte la cultura e la tradizione costruttiva islamica, che veniva perpetrata dalla eredità delle maestranze di formazione araba nell’isola.
Emblematico in tal senso il catanese castello Ursino, i cui lavori iniziarono nel 1239, e che appare simile alla fortezza araba di Susa, in Tunisia. La pianta del castello richiama gli esempi omayyadi e presenta un impianto quadrato con, agli spigoli, quattro imponenti torri cilindriche. Si può affermare che i castelli federiciani in Sicilia realizzano un compiuto equilibrio tra l’Occidente, rappresentato dall’influsso dei cistercensi, e il mondo arabo e tra elementi gotici e spunti classici.
Il rigore geometrico del Castel del monte ad Andria in Puglia, certamente richiama quello degli esempi siciliani, (alcuni studi ipotizzano addirittura la presenza di tecnici arabi per la realizzazione degli impianti idraulici), ma ne differisce per l’originalità del disegno poligonale (per cui si distingue da tutti gli altri castelli) e per il disegno del portale, che segue un gusto classico estraneo agli esempi siciliani. Prevale infatti in Sicilia la tendenza a non fare interrompere alle sagomature degli aggetti la continuità lineare dei paramenti murari, cosa che invece accade nel castello pugliese, dove anzi pare che siano ricercati giochi di ombre e di luci proprio attraverso i forti aggetti e profondi rincassi della struttura.
In linea generale si può affermare che l’architettura dei castelli federiciani derivò da una felice sintesi di vari elementi quali quelli cistercensi e arabi, con uno sguardo ai castelli edificati dai crociati in Terrasanta che con le loro torri, bastioni, e geometrie poligonali dovettero suggestionare lo stesso Federico quando ebbe modo di visitarli direttamente.
Una delle tesi maggiormente accreditate per spiegare il particolare linguaggio architettonico dei castelli federiciani è infatti proprio l’intervento diretto del sovrano, nel sovrintendere alla costruzione di molte opere architettoniche…. Ciò è sicuramente possibile se guardiamo alla poliedricità della figura di Federico II (1294-1250), che amava spaziare in contesti culturali diversi, avvalersi alla sua corte di molti sapienti nelle varie discipline e arti, e che si appassionava ai temi astrologici, alchemici ed esoterici. In ogni caso, anche se tale ipotesi non fosse ritenuta credibile da molti studiosi, sicuramente il merito di Federico II fu quello di agevolare l’incontro di culture diverse, che si palesarono anche nell’attività costruttiva dei castelli.