Architettura Minoica e micenea – area egea

Portara - Naxos - Isole Cicladi
Portara – Naxos – Isole Cicladi

Posta in un punto di collegamento fra l’Europa, l’Egitto e l’Oriente, l’isola di Creta fu il centro di una civiltà, quella cretese, sviluppatasi lungo le coste e nelle isole dell’Egeo dal II millennio al 1400 a.C.. Due grandi città, Knosso e Festo, si divisero inizialmente il territorio dell’Isola che verrà poi unificata sotto il dominio di Knosso. Qui fiorì la leggenda del labirinto costruito dal mitico re Minosse per rinchiudervi il Minotauro, uomo con testa di toro, poi ucciso da Teseo con l’aiuto di Arianna. Chi visita Creta non può fare a meno di andare a visitare le rovine dei palazzi cretesi, anche se nell’insieme tale complesso archeologico non restituisce che pochissimo l’immagine di una civiltà che fu grandissima per l’arte oltre che come modello politico-sociale.
Sotto il punto di vista architettonico, gli scavi condotti nei primi del 1900 hanno portato alla luce i resti dei palazzi reali di Cnosso e della villa reale di Haghia Triada. La particolarità è che essi non avevano fortificazioni e si trovavano presso il mare, seguendo l’andamento orografico del terreno attraverso terrazze e gradinate. Il palazzo di Cnosso, era sede del potere civile, militare, religioso e di altre molteplici attività.
In questo complesso architettonico, si producevano manufatti di ogni genere e vi si conservavano le derrate alimentari. Intorno al grande cortile rettangolare si disponevano circa 400 locali collegati da scale, corridoi, cortili più piccoli. Quanto è rimasto delle strutture fa ipotizzare l’esistenza di più piani. I muri erano costruiti con blocchi di pietra e mattoni crudi, ma notevole era anche la presenza del legno. Gli impianti idraulici erano per quei tempi molto avanzati, gli interni erano illuminati con porte e finestre. Tutti i vari ambienti si concentravano intorno ai cortili. Le sale del palazzo erano inoltre decorate da dipinti murali. Si possono distinguere tre periodi. Quello antico, dall’epoca dei primi insediamenti nel IV millennio fino al 2100, quello medio dal 2100 al 1580 nel quale il rame è stato sostituito dal bronzo e l’economia è fiorente, e l’ultimo periodo, detto recente che va dal 1580 al 1200.
Agli inizi l’isola di Creta godette di prosperità e pace, che le consentirono di raggiungere, grazie anche ai commerci, ricchezza ed opulenza. In seguito alle invasioni dei popoli costieri della penisola ellenica, verso il 1400 a.C. la potenza cretese declina e si afferma la supremazia di Micene, che governerà sul territorio del Peloponneso fino al 1100 a.C.. L’architettura micenea è quella che rimanda più di altre ad una immagine di forza, che si ricollega direttamente alla civiltà che le diede origine. Gli Achei, guerrieri per tradizione e temperamento furono costretti ad abbandonare le loro sedi concentrate nell’Argolide, regione montuosa del Peloponneso, per l’Asia minore spostando sulla terraferma il centro della cultura egea. Divennero esperti marinai capaci ad avventurarsi su rotte lontane per fini commerciali.
Contrariamente ai cretesi, i loro maggiori centri erano fortezze, costruite su alture. Le imponenti mura delle città achee sorsero quando le minacce dall’esterno aumentarono progressivamente. Micene, città degli Atridi, e Tirinto vantarono mura possenti, denominate ciclopiche, fatte di pietre, in parte squadrate in parte irregolari, sovrapposte. La nota porta dei Leoni, costituiva uno dei due varchi della muraglia di Micene, era formata da quattro monoliti, sormontata da un masso triangolare nel quale erano scolpiti due leoni, che fronteggiavano una colonna. Il palazzo reale costruito su terrazze ricavate nella roccia presentava un ampio locale allungato, il megaron, coperto da un soffitto sorretto da colonne lignee con basi di pietra, al quale si accedeva attraverso un ingresso, un porticato e un’anticamera. Ai lati di questi locali, stanze d’abitazione, servizi, uffici, archivi, magazzini. Il gineceo era al piano superiore. I materiali da costruzione erano pietrisco, mattoni seccati al sole, legname, e come legante argilla. Molto disadorni in un primo tempo, questi palazzi si arricchirono successivamente di pitture, di fini manufatti artistici e artigianali.
Fuori le mura si trova il “Tesoro di Atreo”. Una tomba a tholos, dedicata alle sepolture regali, realizzata attraverso alcune grandi pietre in cerchi concentrici sovrapposti, poste fino a chiudere completamente la sommità dell’ambiente e successivamente ricoperto di terra. Un corridoio, lasciato libero fra due pareti di pietra, conduce all’accesso della tomba. All’interno, in un piccolo ambiente attiguo, scavato accanto al grande vano con la cupola, era collocato il sarcofago del re.