Le domande più frequenti

Quando ci si trova di fronte ad un giovane pubblico, in genere studenti, alcune domande sulla Gioconda ricorrono maggiormente di altre e solitamente si tratta di queste: Quanto vale la Gioconda? Perché è un quadro così famoso? Ma è davvero che si tratta di Leonardo vestito da donna? Perché se è italiano si trova a Parigi?

Riguardo al “quanto vale” devo confessare che è una cosa che mi fa arrabbiare tantissimo… infatti è una domanda che ricorre anche quando si parla di altri dipinti famosi e la dice lunga sul metro di giudizio della società contemporanea nei confronti delle cose preziose. A mio parere invece è dissacrante, è come volere dare un prezzo ad un sentimento. Comunque, mi sono proposta di rispondere anche a questo quesito e tenterò di dare una risposta attraverso un interessante articolo che riporto qui di seguito:

MONNA LISA FA I BAGAGLI – DI FILIPPO GOLIA – 25/02/2004

Tabù. Questo è innanzitutto la Gioconda. Non cercare di penetrare il segreto del suo sorriso e non chiedere mai quanto costerebbe spostarla, anche solo per poco tempo. Queste le regole.
La domanda, pur se fatta a fin di bene, provoca reazioni molto forti. Il direttore del museo ideale di Leonardo Da Vinci, Alessandro Vezzosi, è categorico. Voler spostare la Gioconda sarebbe un atto di feticismo. “Uno spostamento così rischioso – dice – potrebbe essere giustificato solo da alte ragioni morali. Se cadesse una bomba su una città, per esempio, gli si potrebbe mandare la Gioconda per un certo periodo, come risarcimento morale! ”
La risposta ci lascia perplessi, ma intanto squilla il telefono. E’ Patrizia Meunieur che chiama, la portavoce del Louvre. Ed è arrabbiatissima. Sulla segreteria telefonica le avevamo lasciato un messaggio, in cui le chiedevamo di fare qualche calcolo su quanto potesse costare un trasferimento dell’opera di Leonardo. “La risposta non esiste” è la prima cosa che dice. “Perché la domanda non esiste” continua ancora meno conciliante. Ma alla fine, concesso che voler muovere la Gioconda sia un’idea folle e scriteriata, ci spiega cosa significa economicamente il quadro per il Louvre. Secondo la Meunieur almeno sei milioni di persone ogni anno staccano il biglietto del Louvre solo per vedere la Monna Lisa. E un biglietto per entrare nel più grande museo francese costa 45 franchi prima delle tre del pomeriggio e 30 dopo quell’ora, vale a dire 13 o 9 mila lire. Facendo una media di 11 mila lire, la Gioconda vale, in un anno, circa 66 miliardi 348 milioni. E continuando in questo modo, perdere il quadro anche solo per un mese potrebbe costare al Louvre più o meno 5 miliardi e mezzo. Ma naturalmente nessuno accetterebbe mai uno spostamento di così breve durata. Dopo una spiegazione di questo tipo è sicuramente un azzardo chiedere per che valore potrebbe essere assicurata l’opera. La risposta è secca: “non ha valore, non può essere assicurata!”. Prova a venirci incontro Vezzosi, che intanto ha fatto qualche calcolo su un’esposizione che si trovò a curare nel 1993. Certo la “Dama con l’ermellino” non può essere paragonata per importanza alla Gioconda. Ma quando si trattò di spostarla da Cracovia a Malmö, fu assicurata, contro qualsiasi danno, per un valore di 100 milioni di dollari. Il premio complessivo pagato dai curatori della mostra era di 308 milioni di lire. Ma i costi dell’esposizione lievitarono a causa delle molte impose per assicurare l’opera, tra cui la realizzazione di due contenitori, uno per il trasporto e uno per l’esposizione dell’opera. Impermeabilizzato il primo, climatizzato e computerizzato l’altro. Inoltre era previsto un sistema di custodia armata giorno e notte a vegliare sulla signora e sul suo ermellino. Così, complessivamente, i sei mesi di esposizione erano costati circa 1 miliardo 152 milioni di lire.

Nel il quadro venne prestato agli Stati Uniti e mostrato a New York e Washington; nel 1974 fece la sua ultima tournée, con tappa a Tokyo e a Mosca.
PS si dice che il maestro abbia ricevuto già allora ben 4000 ducati d’oro per la sua opera, una cifra davvero consistente per l’epoca.

Perché è così famoso?
A questa domanda si può rispondere in tanti modi, ma quello che personalmente ritengo essere il più affascinante è che ancora della Gioconda non si sia compreso appieno il vero significato. È come un libro avvincente che ancora non si è finito di leggere, è come un film giallo visto a metà e dove, fin adesso, sono stati forniti solo pochi indizi. È quindi il fascino del suo mistero che induce ancor oggi a viaggiare alla sua scoperta, come un continente da esplorare, come una potenzialità che abbiamo dentro noi stessi che non si è ancora manifestata. Poi a renderlo famoso concorrono tanti elementi non meno affascinanti, come: la collocazione (e con questo non intendo solamente il Louvre, ma la stessa città di Parigi che attira visitatori da ogni parte del mondo); la grandezza di Leonardo da Vinci, che rappresenta uno dei massimi esponenti di quella che è considerata la massima espressione dell’arte italiana; infine l’oggettiva bellezza del dipinto che riesce, se lo si osserva veramente, il più delle volte a incantarci.
Giungiamo alla domanda più intrigante, quella che solletica l’interesse dei più … ( lascio volutamente sospesa qui la frase). Ma è davvero che si tratta di Leonardo vestito da donna?
La risposta è perché no. Ma anche, perché si? Anche in questo caso mi riferirò a qualche autorevole parere al fine di meglio chiarire la ragione di non potere escludere tale ipotesi, ma di non poterla neanche supportare.


E’ verosimile che La Monna Lisa sia in realtà un uomo o un autoritratto dello stesso Leonardo? A quanto pare no.

Uno scienziato giapponese dell’Università dell’Illinois è riuscito a dimostrare scientificamente che La Monna Lisa molto probabilmente non era un uomo come alcuni pensano, ed è ancor meno verosimile che si tratti di un autoritratto del celebre genio toscano.
Nel 2005 un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Illinois ha studiato il sorriso enigmatico della Monna Lisa impiegando un software per il riconoscimento facciale sviluppato da Thomas Huang, uno scienziato giapponese che ha lavorato alla pubblicazione di 
questo articolo sulla rivista LNCS. Il risultato di tale studio, riportato sul sito The News-Gazette, è stato che il modello che ispirò l’opera di Leonardo era sereno, ma che verosimilmente provava anche una leggera sensazione di disgusto, paura e rabbia durante l’esecuzione del suo ritratto.
Il professor Huang ha quindi approfondito lo studio del dipinto per determinare anche chi fosse stato realmente il modello impiegato da Leonardo per realizzare l’opera, confrontandolo con il suo stesso autoritratto. Il software di riconoscimento facciale ha indicato che si tratta di un ritratto di una donna con una probabilità del 40-60 %. Il prof. Huang pensa che se anche si tratti di un uomo, come alcuni studiosi sostengono, questi non avrebbe niente a che fare con Leonardo dato che il suo aspetto differisce molto dall’autoritratto dell’artista, come anche il software ha evidenziato.




“Ovviamente, non abbiamo ancora prove certe” ha affermato Huang, “ma almeno questa ricerca ha rivelato che alcune nostre congetture potrebbero non essere del tutto corrette”. L’enigmatico ritratto, che si ritiene Leonardo abbia ultimato nel 1507, rimane quindi tuttora avvolto in un mistero che probabilmente non potrà mai essere del tutto risolto

 Negli anni si sono formate numerose ipotesi e polemiche attorno a quest’opera, l’ultima in ordine di tempo è quella formulata dalla ricercatrice americana Lillian Schwartz, secondo la quale La Gioconda non sarebbe altro che un autoritratto del Maestro. La Schwartz ha eseguito particolari test al computer che hanno messo in evidenza una notevole somiglianza tra i lineamenti della Gioconda e quelli dell’artista. Questi nuovi risultati hanno convinto un team di studiosi italiani a richiedere la riesumazione del corpo del pittore, perché “solo recuperando lo scheletro di Leonardo potremo ricostruire il suo viso e confrontarlo con quello della Monna Lisa”, ha detto l’antropologo Giorgio Gruppioni, durante un’intervista rilasciata al prestigioso Times.
 Le spoglie di Leonardo si trovano ad Amboise (in Francia), dove egli si trasferì nel 1516, ospite di Francesco I re di Francia e dove vi morì tre anni dopo, nel 1519, all’età di 67 anni. Il gruppo di studiosi diretto da Silvano Vicentini ha già contattato le autorità locali e i proprietari della dimora dove si trovano le spoglie di Leonardo per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie alla riesumazione. Secondo il Times i permessi dovrebbero arrivare entro la prossima estate. Una volta riesumato il corpo di Leonardo dovrebbe essere effettuata la datazione al carbonio 14 e in seguito si potrebbe comparare il DNA con i resti di alcuni suoi parenti, per capire se le ossa rinvenute appartengano proprio al grande Maestro.
 
 Numerosissime le critiche a questo nuovo progetto a partire da Nicholas Turner, curatore del Getty Museum di Los Angeles, che pensa sia una follia: “Per molti Leonardo è veramente una fissa. Noi sappiamo chi è la donna del quadro, ne conosciamo l’identità. Se il pittore fosse vivo sarebbe amareggiato da tutto questo”.
 Anche Vittorio Sgarbi critica il progetto, in quanto non capisce come questa operazione possa essere utile per capire la Gioconda, in quanto lui da tempo è arrivato a una conclusione, e cioè che la Monna Lisa non nasconda alcun mistero e che non ci sia niente da comprendere che non sia chiaro all’apparenza.

Infine l’ultima: perché si trova a Parigi se Leonardo è Italiano?
Pare proprio che anche gli studenti meno interessati alla storia dell’arte si accendano di passione quando pensano che la “loro” Gioconda si trovi a Parigi invece che in Italia. In realtà pochi sanno che il dipinto appartiene di diritto alla Francia perché venne venduto da Leonardo al re Francesco I. Leonardo infatti trascorse gli ultimi anni della sua vita ad Amboise, vicino alla residenza del re. Vi sono anche in questo caso delle altre ipotesi, come quella che vorrebbe la Gioconda ereditata da Gian Giacomo Caprotti, detto Salai, che fu prima allievo, poi uomo di fiducia di Leonardo, che morì assassinato.