Comunicazione visiva

COMUNICAZIONE E CULTURA VISIVA NELLA SOCIETÀ DA GRAND TOUR VIRTUALE

Ovvero le interconnessioni tra il fenomeno comunicazione via internet, il mondo del turismo e l’adattamento dei tradizionali codici di comunicazione dell’immagine

Le immense possibilità di comunicazione di conoscenze ed immagini offerte dall’era di Internet, ci spingono oggi al dibattito sui nuovi sviluppi determinati da tale fenomeno in vari ambiti, come quello ad es. del turismo, circa le effettive influenze e/o interferenze che certamente si sono immesse in un sistema che, fino a un certo periodo storico, si è sviluppato secondo canali codificati. Capire quali sono le ricadute o le connessioni sia in termini socio-culturali che percettivi, è di grande interesse. Pertanto, scoprire l’evoluzione e il riadattamento di tutti quei codici di comunicazione – che da sempre hanno reso possibile la veicolazione del messaggio tra mittente e ricevente-, nell’ambito dei nuovi canali di comunicazione, è utile alla identificazione delle molteplici dinamiche in atto. E’ chiaro infatti che le nuove modalità di trasmissione di messaggi tendono a modificare i tradizionali modi di interpretazione e lettura delle immagini.
Svolte queste premesse, tenteremo di esplorare le possibili interconnessioni tra il fenomeno comunicazione in rete e le implicazioni sulla percezione delle immagini prodotte da quella società (che qui definiremo del Grand Tour virtuale), divenuta emittente e ricevente al tempo stesso di immagini e contenuti.

Comunicazione… sembra lo slogan del secolo! Accade paradossalmente però che la dilatazione degli spazi comunicativi vada a volte a discapito dei reali spazi di comunicazione, eliminando tutti i presupposti che hanno da sempre consentito la cosiddetta comunicazione “non verbale”. Assume in tale contesto una importanza rilevante mantenere comunque dei codici comunicativi, al fine di garantire ad una moltitudine eterogenea di uomini e culture una corretta comunicazione che, essendo appunto spesso “non diretta”, può generare conflitti nell’interpretazione delle opinioni, delle esperienze e dei contenuti espressi.

  • La comunicazione di ritorno

Assimilata la consapevolezza della rivoluzione instaurata nel mondo della comunicazione dai media e consolidatasi la coscienza dell’enorme incremento produttivo di immagini introdotto dalla macchina fotografica ad uso comune e turistico, oggi l’attenzione si è concentrata intorno al fenomeno della loro diffusione attraverso i nuovi canali – Internet, telefonino ecc….. E’ accaduto che il soggetto ricevente, che prima era soggetto tendenzialmente passivo, oggi è a tutti gli effetti divenuto soggetto attivo, attore principale nel veicolare la comunicazione. Questo lo notiamo anche nel mondo della TV, dove è l’audience da parte dei fruitori a determinare o no, la continuazione di una determinata trasmissione, a decidere a quale ora e cosa deve passare in TV, e quindi indirettamente fornisce al media la sostanza con la quale esso è chiamato a formare i successivi fruitori. Il ricevente veicola l’informazione ricevuta, in un gioco di rimandi rispecchiandosi, in un certo senso in quello che la TV trasmette. Ecco perché alcuni studiosi affermano che la TV in fondo oggi, è un po’ come lo specchio della società contemporanea. Ebbene questo tipo di attorializzazione del soggetto ricevente è oggi sempre più marcata in virtù della interattività, che introduce una comunicazione ancora più diretta tra soggetto emittente e soggetto ricevente, per cui i desideri di quest’ultimo vengono registrati in tempo reale dall’emittente che altera, in relazione ad essi, addirittura il proprio fine comunicativo. Recenti esperimenti di TV interattiva hanno introdotto la possibilità di modificare il finale di un film da parte dello spettatore che, tramite trasmissione di messaggi SMS dal telefonino, ha l’opportunità di scegliere tra due diverse conclusioni. Paradossalmente, in casi come questi sembra che la comunicazione si svolga esclusivamente tra riceventi e che lo scopo comunicativo, il messaggio, dovendo essenzialmente tener conto delle logiche di mercato, sia quasi cancellato in questo procedimento, del quale però, oggi il ricevente comincia ad essere consapevole…. Accade così che in qualche caso, il ricevente assuma nei confronti del media televisivo una posizione di distacco perché capisce che ciò che gli viene offerto è semplicemente un “ritorno” di ciò che lui stesso vuole vedere o sapere. Ebbene, in questo contesto intervengono i nuovi canali di comunicazione, che vengono percepiti come informazione più spontanea, più autentica e pertanto offerta per quello che è, alla interpretazione del ricevente. Il soggetto ha la sensazione di perdere la sua qualità “quantitativa” per acquistare di nuovo una individualità. La sua modalità di “navigazione” internet non segue precise regole, e avviene a volte in maniera casuale, disordinata….uno zapping che lo conduce ad esplorare, che lo fa sentire più libero nella acquisizione delle informazioni che ritiene essere meno veicolate dal momento che provengono da una quantità innumerevole di soggetti e motivazioni…. Vede Internet come una piazza, dove c’è il caffè, la libreria, l’edicola, qualche negozietto, l’amico con cui chiacchierare. Una piazza dove ci si può svagare, informarsi, scambiare opinioni diverse. Qui, in questa pubblica piazza, nasce e si sviluppa la nuova società da Grand Tour virtuale.

Tale società, è composta da chi adopera internet per conoscere, documentarsi, ampliare le proprie opinioni. Si tratta naturalmente anche di porsi in contatto con altre culture, (che non sono solo quelle di altre nazioni, ma che possono essere anche quelle che derivano da una diversa formazione avuta in ragione di studi, esperienze lavorative, sociali, religiose, percettive diverse). Siccome lo spirito ultimo del viaggio è quello del confronto con altre realtà, anche navigare in internet può rappresentare un modo di poter viaggiare, anche se spesso il navigare nasce semplicemente dalla necessità di apprendere notizie sul luogo che si vorrebbe visitare. Si verifica spesso una interazione tra coloro che, avendo vissuto una esperienza di viaggio desiderano metterne in rete alcune scoperte, sensazioni, emozioni, e coloro che, nella prospettiva o no, di poterla poi materialmente concretizzare, ne fruiscono allo scopo di documentarsi velocemente. L’immagine, offerta al navigatore, deve pertanto possedere alcune specifiche caratteristiche che non sono le stesse delle immagini che devono comunicare al di fuori di internet, e cioè, una veloce “caricabilità”, l’immagine cioè non essere “pesante”, per questo è generalmente offerta in dimensioni ridotte e a bassa definizione. Non deve essere troppo “vista”, perché vi è il rischio che la ripetitività della immagine la renda stereotipata e alimenti alla lunga, in chi l’osserva, una sensazione di stanchezza che indurrebbe l’utente a non prolungare la visita all’interno del sito prescelto. Inoltre, poiché accade che spesso i comunicanti, appartenendo a nazionalità diverse, affidino quasi totalmente all’immagine l’interpretazione del messaggio, ed essendo la percezione influenzata dai fattori culturali specifici che appartengono ai soggetti che interagiscono, l’immagine deve assumere l’essenziale componente di essere capace di “parlare da sé”. Poche metafore dunque, e messaggi diretti.
Naturalmente si potrebbe obiettare che la fotografia non può seguire i dettami fin ora indicati, poiché contravverrebbe ai suoi principi di libera interpretazione artistica. Premesso che si riconosce alla fotografia il valore del ruolo interpretativo che essa riveste nei confronti della realtà, e che in una immagine artistica spesso, tutto concorre a determinare un risultato voluto, coincidente con l’azione interpretativa da parte di chi fotografa: il taglio, la luce, l’esplicitazione o meno di determinati dettagli ecc… è opportuno precisare che qui non si sta parlando di arte della fotografia, ma di trasmissibilità delle immagini ad uso documentativo turistico. Naturalmente anche queste immagini possono possedere caratteristiche di “artisticità”, ma occorre considerare che generalmente in internet la comunicazione dei messaggi non può avvenire esattamente secondo i codici cui siamo abituati a valutare i messaggi visivi, perché molti elementi fondamentali per la comunicazione dei messaggi di una immagine, per alcune delle ragioni di seguito elencate, non si possono cogliere. Sappiamo infatti che per ottenere una corretta interpretazione del messaggio comunicativo che una fotografia contiene, devono essere decodificabili alcuni fattori essenziali, come:

  • Il mezzo usato per realizzare le fotografie e la tecnica di realizzazione dell’immagine. Inoltre anche l’abilità acquisita, ovvero il modo più o meno disinvolto di usare la macchina che rende più libero il fotografo di esprimere tutta la propria concentrazione nell’atto del fotografare, può condizionare l’approccio all’immagine e rappresentare un elemento di lettura della stessa. La tecnica di esecuzione della foto, che presenta variabili come ad es. il tempo di posa richiesto per la realizzazione dell’immagine, incide in uno dei principi più importanti per la realizzazione dell’immagine: quello della riflessione temporale che distingue l’immagine meditata da quella immediata. Su Internet, è spesso difficile potere identificare tali variabili. Inoltre non dobbiamo sottovalutare che è molto difficile risalire alle eventuali correzioni tramite software che una determinata immagine ha subito. Potere infine discernere tra i mezzi usati per realizzare l’immagine, è in alcuni casi una impresa. Essa può essere infatti il risultato di una digitalizzazione di un positivo o di una diapositiva, può essere un frame di un video estrapolato dalla sequenza o una foto in ripresa diretta digitale oppure può essere il risultato di una manipolazione tramite software della immagine. La lettura della immagine deve quindi tenere conto di questi possibili fattori.
  • La motivazione che sta alla base dell’atto del fotografare: se si tratta di una commissione, di un atto volontario, se di una foto a carattere documentario o come atto creativo ecc….Su internet, non è sempre possibile risalire alle motivazioni che hanno determinato l’atto del fotografare. La motivazione pertanto si qualifica come un elemento lasciato alla libera interpretazione dell’utente.
  • Le condizioni presenti nell’atto del fotografare interne ed esterne al fotografo: emotive, di coinvolgimento o di assenza di emotività; di luce, di spazio, ecc… anche le condizioni presenti all’atto del fotografare sono spesso indeterminabili. La scelta dell’inquadratura e le condizioni di luce a volte sono condizionate da fattori vincolanti che non consentono soluzioni diverse. Questo Se è impossibile verificare tali fattori è difficile capire se una foto è stata “scelta” con qual taglio per ragioni pratiche o per ispirazione dell’autore. Su internet inoltre non è possibile capire se quel taglio è generato da una successiva ritaglio dell’immagine digitale – o digitalizzata. Le condizioni presenti all’atto del fotografare, importanti per l’interpretazione del messaggio visivo, sono pertanto spesso elementi solamente presumibili. Alle condizioni presenti si aggiungono i possibili condizionamenti socio-culturali del contesto. Ci si riferisce ad alcuni elementi condizionanti contingenti all’atto del fotografare come ad es. le eventuali specifiche richieste del committente, la posizione culturale o ideologica del fotografo di fronte a determinate situazioni ecc…. Ovviamente, nell’analizzare una immagine ed in una completa assenza di dati, è veramente difficile risalire ai condizionamenti attuati dal contesto, a meno che non siano palesemente esplicitati nella immagine. Pertanto anche questi fondamentali elementi di lettura dell’immagine fotografica diventano oggetto di giudizi opinabili.
  • L’atteggiamento di colui che è fotografato nel caso si tratti di un individuo o un gruppo di individui. Facendo parte della componente più visibile si tratta di uno di quegli elementi maggiormente individuabili nella loro componente più esteriore. Cioè, si comprende subito se in una fotografia il soggetto si è messo in posa oppure no, e cosa voleva esprimere con quell’espressione del volto quella determinata postura; si può analizzare lo sfondo prescelto e metterlo in relazione con la posa assunta dal soggetto o dal gruppo di soggetti, si possono desumere elementi dalle notizie che si hanno circa il contesto nel quale sono inseriti. In qualche modo si può anche risalire alla motivazione della fotografia, e addirittura all’eventuale coinvolgimento emotivo del fotografo. L’atteggiamento di chi è fotografato è comunque sicuramente più determinabile di quello assunto dal fotografo che ha realizzato l’immagine, dal momento che la frequente decontestualizzazione dell’immagine non consente di risalire ad elementi certi sui quali basare l’analisi dello stato d’animo del fotografo.
  • La data: la collocazione storica dell’immagine, oltre ad esprimere un dato oggettivo circa la sua collocazione temporale può anche comprendere altri significati che la rendono metafora del tempo che passa, documento tangibile e intangibile al tempo stesso di qualcosa che è stato e che non è più. Sottolinea l’irripetibilità dell’attimo, l’irreversibilità dello scorrere del tempo. La magia della fotografia, che non consiste certo nel fermare il tempo – come spesso si pensa-, ma la conferma piuttosto del suo inesorabile continuo trascorrere. Quando si conosce, la datazione rappresenta, oltre ad un inquadramento nel contesto, anche il dato di partenza per giudicare un avvenimento o una situazione. In rete spessissimo si accede ad immagini prive di riferimento cronologico. Pertanto questo importante parametro di connotazione di una immagine fotografica, viene spesso a mancare.

Concludendo, possiamo affermare che:

  • L’osservazione di molte delle immagini circolanti in rete, a volte non consente di identificarne l’autore, né la data, né a volte il luogo. Pertanto spesso è difficile inquadrare il contesto nel quale l’immagine è stata prodotta.
  • La ridotta dimensione dell’immagine per i motivi precedentemente espressi, – spesso si tratta di formati “icona”- non consente una corretta denotazione dei segni presenti e delle regole compositive secondo le quali tali segni sono strutturati.
  • Tralasciando tutte le immagini riferibili ad una sfera tecnico scientifica, medica, professionale, artistica ecc… le immagini di viaggio spesso sono anche prodotte da fotografi non professionisti; sono immagini istantanee, frutto di viaggi e della volontà di comunicare senza altri scopi semplicemente delle proprie esperienze.
  • A volte l’immagine perde i suoi dati di origine, come data, autore, riferimenti circa il luogo (sempre che tali dati, siano stati immessi in rete insieme alle immagini) e, in un gioco di rimandi, progressive operazioni di riduzione, compressione, deformazione, si perdono per strada anche i segni e le regole secondo essa cui è stata composta.Privata di tutti questi dati utili a risalire alla motivazione e al contesto, al mezzo e alla tecnica, l’immagine perde in molti casi la sua capacità di essere “connotata”, potendo spesso essere solamente “denotata”. Ciò non toglie che possa essere utile allo scopo per cui è stata proposta, nello specifico per le immagini ad uso divulgativo turistico, mostrare il fascino di un luogo, i suoi principali simboli visivi, le caratteristiche più emblematiche e significative.

Alla luce delle suesposte considerazioni, siamo giunti alla comprensione che è quasi impossibile, mantenere in rete alcune fondamentali caratteristiche atte a garantire la veicolazione di tutti i valori espressi nelle immagini proposte. Si potrebbe pertanto supporre che l’immagine, non esistendo più le condizioni principali per attuare la comunicazione di tra emittente e ricevente attraverso i tradizionali codici dei messaggi visivi, perda gran parte delle sue valenze comunicative. Accade presumibilmente che però questi codici in qualche modo si adattino ai nuovi canali, permettendo che vi sia “comunicazione”. Nuovi linguaggi e nuovi codici sarebbero quindi generati in Internet, inserendosi in nuovi livelli di comunicazione. La veicolazione del messaggio dell’immagine, è vero, non è più possibile secondo i principi tradizionalmente studiati, ma si instaura nei nuovi canali tenendo conto delle caratteristiche acquisite nel contesto stesso della rete, dall’immagine. Immagini in cui è la velocità di trasmissione, la possibilità di utilizzo decontestualizzato e la capacità di ricontestualizzazione a farla da padrone, e di questo, la società da Grand Tour virtuale ne è, più o meno consapevolmente, edotta.