Storia della fotografia di architettura
Una vera e propria “fotografia di architettura” in Italia si comincia a delineare attraverso l’intensa attività degli Alinari e dei Brogi. Le origini dell’azienda di Alinari, sono legate alla figura di Leopoldo Alinari (1832-1865), il primo dei fratelli, che da quando decise di dedicarsi alla fotografia ancora adolescente iniziò a riprendere vedute e monumenti. Al 1852, risale il suo primo laboratorio, dove stampava e vendeva le fotografie su carta salata che riportavano il primo marchio dell’Azienda e la dicitura “Fratelli Alinari presso Luigi Bardi”. Nel 1854, Leopoldo fonda l’azienda Alinari introducendo all’attività i suoi fratelli Romualdo e Giuseppe. L’imponente attività documentale degli Alinari si esplicherà attraverso le note «vedute monumentali» oltre che con la riproduzione di «opere d’arte». All’Esposizione Universale di Parigi del 1855 gli Alinari otterranno già dei riconoscimenti ufficiali e una medaglia d’oro, e, il primo catalogo commerciale della ditta – del 1856- sarà un unico foglio nel quale compariranno 165 immagini di alcune importanti città italiane come Firenze, Pisa, Siena ecc….
Gli album degli Alinari verranno diffusi all’estero e vennero tradotti in lingua francese. Negli anni 1896 e 1897 pubblicano alcuni importanti cataloghi tematici, dedicati a Roma – dal titolo: Roma e dintorni – a Firenze e a Venezia. Anche grazie alle immagini di Alinari si forniranno agli studiosi le basi per spiegare le argomentazioni storico-critiche delle opere nelle università. In seguito le foto Alinari sarano utili per condurre degli studi di tipo comparativo e per analizzare i mutamenti subiti dai contesti urbani, nel corso della storia. Le foto di architettura degli Alinari erano caratterizzate da un tipico stile definibile come “formale”. La ripresa era infatti eseguita secondo i canoni della veduta prospettica rinascimentale. Si trattava spesso di inquadrature frontali rialzate (il punto di vista era sempre alto, e la linea d’orizzonte attaversava sempre mediamente l’immagine). Rigorosamente eseguita la foto doveva risultare descrittiva. Per questo motivo l’oggetto architettonico doveva apparire isolato, come una specie di scultura, scissa dal contesto urbano di cui faceva parte. L’immagine doveva essere il più possibile priva di ombre, per consentire la massima leggibilità dei particolari. Si trattava di fotografie paragonabili nello spirito alle riproduzioni di opere d’arte, dal momento che lo scopo era di potere essere utilizzate a fini didattici, divulgativi e documentativi.
Oggi Alinari dispone di un archivio imponente che si è arricchito nei suoi circa cento anni di attività, di numerosissime immagini. Brogi, si distinse da Alinari per l’avere realizzato immagini dell’oggetto arhitettonico più contestualizzate. Nelle immagini di Brogi, ad esempio, compaiono anche le persone che passeggiano che invece spesso Alinari cercava di evitare di inserire nelle immagini di architetture. Oggi la fotografia è cambiata poiché nel corso degli anni ha acquisito spazi di autonomia espressiva sempre maggiori… Molti noti fotografi contemporanei, hanno scelto di dedicarsi anche alla fotografia di architettura per esprimersi artisticamente, tra questi spiccano alcuni nomi come Jodice, Ghirri, Basilico ecc…