Prizzi

Nome Abitanti: prizzesi
Popolazione (2012): 5.055
CAP: 90038
Provincia: Palermo (PA)
Codice Istat: 082060
Codice Catastale: H070
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.7215222, 13.4311639
Altitudine (m. s.l.m.): 1018
Patrono: san Giorgio martire
Giorno festivo: 23 aprile
Altre informazioni


Festa dei Diavoli
Festa dei Diavoli

Prizzi è uno dei 10 comuni più alti della Sicilia e si trova a quasi 1.100 metri sul mare Il panorama che ci offre questo caratteristico paese spazia dal mare di Sciacca alle nevi dell’Etna. Nel territorio di Prizzi nell’antichità si stanziarono molti diversi insediamenti umani, come dimostrano le stazioni preistoriche e protostoriche, i villaggi indigeni ellenizzati e punicizzati o le fattorie romane. Le origini di Prizzi sono collegate al sito (situato proprio di fronte al paese) dove sorse l’antica Hippana che fu distrutta dai romani intorno alla metà del III secolo a.C durante la prima guerra punica. Il Monte San Lorenzo (Montagna dei Cavalli), così come è emerso dalle campagne di scavo, fu abitato da genti indigene-sicane intorno al VII secolo a.C. La fase più fiorente si ebbe tra la metà del IV e la metà del III secolo a.C., quando una estesa città, si sviluppò sui fianchi e sulla cima della montagna protetta e fu da un doppio circuito di fortificazioni (gli scavi della Soprintendenza hanno infatti portato alla luce tratti di rete viaria e mura di cinta).
La presenza di un edificio teatrale esposto a nord dà un’idea chiara della ricchezza e dell’importanza del centro, probabilmente uno dei più significativi abitati esistenti nella Sicilia centro-occidentale, al tempo dell’Eparchia Punica (periodo, compreso tra il IV e la metà del III secolo a.C., in cui Cartagine, attraverso le sue città di Palermo, Solunto e Lilibeo aveva un diretto controllo politico ed economico di questi territori. Successivamente i bizantini edificarono sulle alture di Prizzi castelli e fortilizi. Verso il 745 sorge il castello di Prizzi, con la funzione difensiva e di trasmettere segnali di fumo. Prizzi infatti, grazie alla posizione in cima a una rocca isolata e la sua altitudine, era una eccellente stazione atta a ricevere e anche a trasmettere tali segnali. Da questa attività si vorrebbe derivi il nome del paese che da “pyrizein” significherebbe “accendere fuochi”; Più probabilmente però Prizzi deriva da “Phylaké”, che significa presidio. Grazie al castello e al presidio militare, Prizzi attrasse gli abitanti dai casali della pianura dando vita ad i quartieri più antichi, adiacenti al castello. Successivamente il paese si sviluppo’ espandendosi a sud.
Dopo l’840, dopo la caduta dei bizantini, vi è l’insediamento dei musulmani che per via della loro politica agraria, si diedero alla costruzione di molti casali e alla bonifica di varie terre. Inoltre l’introduzione di colture ortofrutticole e la costruzione di moltissimi abbeveratoi e mulini idraulici, incentivò il mantenimento di quella cultura di tipo agricolo che ancora oggi si conserva. Successivamente alla riconquista cristiana (1080 d.C.), l’insediamento urbano si estese e Prizzi divenne capoluogo dei vicini casali, ma dei casali medievali di cui Prizzi era capoluogo, come Misita, Raia, Gibilcanna, Sciumesi, Gaggialamara, oggi resta solo Filaga.
Il centro storico è ben conservato. Oggi Prizzi ha circa 5000 abitanti e conserva anche una economia di tipo artigiano, con produzione di lavori in legno, cuoio e ferro. Un tempo nota per i bellissimi ricami, Prizzi produceva specialmente nel quartiere del “Terrazzo” (dall’arabo “tiraz”, laboratorio di stoffe), meravigliosi corredi nuziali tappeti (“carpituna”, ancora oggi prodotti e reperibili) e bisacce. Da visitare il museo archeologico suddiviso in due sezioni, quella archeologica e quella paleontologica, che ospita numerosi reperti provenienti da scavi realizzati dalla presso l’antico abitato della Montagna dei Cavalli.
La sezione numismatica presenta, oltre ad un interessante esempio della circolazione monetale di prima età ellenistica, anche alcune rarissime monete trovate negli scavi, della zecca di IPA, quasi certamente relative alla città di Hippana, che va quindi con ogni probabilità collocata sulla Montagna dei Cavalli.

lago di Prizzi Lago di Prizzi murales scorcio del centro

Architettura

paesaggio rurale

Il comune di Prizzi è situato nell’ambito di un territorio denominato “valle del Sosio” che comprende anche le località di Corleone, Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani e Bisacquino, ed è ricco di permanenze architettoniche di tipo rurale che sono la diretta testimonianze delle antiche attività che si svolgevano in questo territorio. Tali permanenze costituiscono un valore sia sotto il punto della testimonianza di tipo antropico, ma anche a livello paesaggistico dal momento che arricchiscono l’immagine dei luoghi sottolineandone il carattere identificativo del paesaggio. Questi numerosi edifici rurali, conservano ancora in gran parte i lati caratteristici delle costruzioni di tipo rurale dell’entroterra siciliano. I materiali utilizzati per costruirli sono quelli reperiti in loco e questo ha determinato il tipico rapporto di affinità cromatica che avvertiamo tra la costruzione e il paesaggio circostante.
Le costruzioni rurali, apparentemente spontanee, sorgono nel territorio tenendo conto delle precise esigenze di tipo funzionale cui sono destinate, ed anche del clima prestando attenzione all’orientamento e alla disposizione delle pareti. Costituiscono un esempio di architettura integrata che, come tale, deve essere recuperato tenendo conto della ricerca della “funzione appropriata” da applicare. Il territorio presenta oltre alle note masserie, bagli e mulini, anche semplici ricoveri agricoli, pagliai e case di abitazione realizzate anticamente per ricoprire una funzione abitativa a carattere provvisorio o permanente.
Le abitazioni a carattere temporaneo erano quelle utilizzate per sporadici pernottamenti funzionali alla coltivazione del fondo. Molte di queste nel tempo sono state poi recuperate e trasformate in residenze a carattere stagionale dagli stessi proprietari. Le caratteristiche costruttive e tipologiche di questi edifici sono comuni quasi a tutti; generalmente i ricoveri sono ad un solo livello ed i due livelli sono caratteristici delle costruzioni a carattere abitativo. Le mura sono realizzate in pietrame misto informe e la copertura è a “a falde”.
Gli orizzontamenti sono generalmente solai in legno. I pagliai, realizzati con pietrame a secco ed a pianta circolare con copertura di paglia, sono le costruzioni più semplici. Molte permanenze sono ormai ridotte allo stato di rudere o a causa di un abbandono della coltivazione dei terreni o per essere stati sostituiti da edifici più recenti. Altri sono stati destinati al ruolo di semplici magazzini. Generalmente le permanenze rurali di tipo architettonico sono collocate cronologicamente tra il XVIII sec. e la fine del XIX. A volte una tipologia di case a “corpi aggregati “si evolve fino a raggiungere articolazioni più complesse come i veri e propri borghi rurali.