Agrigento

Nome Abitanti: agrigentini
Popolazione (2012): 58.323
CAP: 92100
Provincia: Agrigento (AG)
Codice Istat: 084001
Codice Catastale: A089
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.3111, 13.5767
Altitudine (m. s.l.m.): 263
Patrono: san Gerlando
Giorno festivo: 25 febbraio


veduta di agrigento
veduta di Agrigento

L’antica Akragas, narrata dagli storici, fu nell’antichità una delle città più importanti dell’Isola. Intorno al 580 a.C. alcuni colonizzatori, originari di Rodi e Creta ma provenienti da Gela, la fondarono chiamandola appunto Akragas, dal nome di uno dei due fiumi che si trovavano in prossimità. Si ha notizia che sotto il tiranno Falaride, intorno al 570-554 a.C, la città venne organizzata politicamente e fortificata e che raggiunse con il tiranno Terone nel 488-472 a.C., il suo massimo splendore. Divenuta potenza militare, Akragas sconfisse poi a più riprese i Cartaginesi, contribuendo a far cessare nel territorio, l’antica usanza di praticare sacrifici umani. Alla forza economico-politica farà in seguito riscontro quella produzione architettonica che oggi pone Agrigento in primo piano per il suo ingente patrimonio archeologico, unico al mondo per particolarità e bellezza. Intorno al 492 – 432 a.C. ca il filosofo Empedocle propugna la democrazia moderata, che permane a lungo, garantendo un clima adatto alla fioritura della cultura e delle arti. Nel 406 Agrigento subisce una pesante sconfitta: i Cartaginesi, la distruggono infatti quasi completamente.
Nella seconda metà del IV sec. a.C. Timoleonte, condottiero corinzio impegnato nella lotta contro i Cartaginesi in Sicilia, ridarà un nuovo impulso alla città favorendo la costruzione del quartiere ellenistico-romano con rete viaria di tipo ippodameo, dove si possono ancora osservare i resti alcune abitazioni che presentano porzioni di mosaici a tessere in pietra con disegni a forme geometriche o figurative. Nel 210 a.C. Akragas subirà l’assedio dei Romani. Saranno loro ad imporle, avendola conquistata il nome di Agrigentum. Con la caduta dell’Impero Romano, la città passerà in mano ai Bizantini, e, nel IX sec., con l’avvento degli Arabi si orginerà un nuovo nucleo urbano, situato dove oggi sorge il centro della odierna città. Agrigento prenderà il nome di Girgenti, che manterrà fino al 1927.

La città di Agrigento, vivace e solare, presenta alcune bellissime chiese come ad es. la Cattedrale, che conserva ancora elementi dell’edificio originario costruito dai Normanni nelle monofore del XI sec. Ha la facciata, preceduta da un’ampia scalinata, è coronata da un timpano e scandita da quattro paraste sporgenti. Sulla destra si erge la torre campanaria. All’interno, la navata centrale ha un bel soffitto ligneo a capriate X del XVI sec. con figure di santi ed apostoli dipinte sulle travi da Masolino da Floregia. L’esuberanza barocca del coro, con angioli e ghirlande dorate, contrasta con la sobrietà delle navate.
La Chiesa di S. Nicola, edificata nel XIII sec. dai Cistercensi con un tufo dalla calda tonalità dorata che caratterizza tutta la parte antica della città vecchia, è stata edificata con conci provenienti dalla Cava dei giganti, come cioè dalle rovine del Tempio di Zeus; la facciata scandita da due alti ed imponenti contrafforti aggiunti nel ‘500, mostra un bel portale ad arco acuto. L’interno della Chiesa è ad un’unica navata e coperto da una volta a botte. Sul lato destro si aprono quattro cappelle. La seconda custodisce un bel sarcofago romano scolpito sui quattro i lati ad altorilievi dalle linee pure e morbide del III sec. dC., detto sarcofago di Ippolito e Fedra, ispirato a modelli greci. Di fianco all’altare, sulla sinistra, un bel crocifisso ligneo del ‘400, chiamato il Signore della Nave, (lo stesso che ispirò la novella omonima di Pirandello contenuta nella raccolta Novelle per un Anno), la Chiesa di S. Maria del Greci, edificata sui resti di un tempio dedicato ad Athena, risale al XIV sec. E la Chiesa di S. Biagio raggiungibile attraverso un sentiero, eretta nel XIII sec., che sorge sui resti di un tempio greco dedicato a Demetra.

Il Museo Archeologico Regionale ha in parte sede nell’antico monastero di S. Nicola, e riunisce i reperti provenienti dalla provincia di Agrigento. Tra i numerosi reperti spiccano gli imponenti colossi agrigentini, più usualmente chiamati atlanti, la cui funzione di sostegno è accentuata dalla posizione, con le braccia piegate a sostenere il peso sopra spalle. La figura mitologica cui fanno riferimento si ricollega invece all’altro etimo, Atlante, gigante e capo dei Titani in lotta contro gli dei dell’Olimpo, viene condannato da Zeus a sostenere il peso della volta celeste. Al centro, ad un livello inferiore, si apre uno spazio dove si erge maestoso il possente telamone del tempio di Zeus, unico rimasto dei 38 originali che ornavano l’edificio. L’Efebo di Agrigento, figura marmorea di un giovane del V sec. a.C. ritrovato in una cisterna nei pressi del tempio di Demetra che con tutta probabilità è la statua di un giovane agrigentino vincitore nelle gare olimpiche.

L’attrattiva mondiale di Agrigento è il sito della Valle dei Templi, luogo denso di presenze architettoniche di rilievo ma anche ricco di mandorleti, che in primavera donano al paesaggio una bellezza unica, tra l’altro adeguatamente valorizzata dalla famosa Sagra del mandorlo in fiore. Il sito archeologico, uno dei siti archeologici più interessanti e meglio conservati della Sicilia, è situato lungo un crinale a poca distanza dalla città, ebbe origine nel V sec. a.C quando, nell’arco di un secolo numerosi templi si ersero a testimonianza della importanza e prosperità acquisita dalla città. I templi nei secoli sono stati interessati da molti eventi come l’incendio subito probabilmente ad opera dei Cartaginesi nel 406 a.C., ed il restauro effettuato dai Romani nel I sec. a.C. Unico rimasto intatto è il Tempio della Concordia, che nel VI sec. viene trasformato in chiesa.
Durante il Medioevo i materiali di costruzione sono prelevati dalla valle ed utilizzati per innalzare altri edifici. In particolare il Tempio di Zeus Olimpico, chiamato Cava dei Giganti, fornirà materiale per la Chiesa di S. Nicola e per il braccio settecentesco del molo di Porto Empedocle. Tutti gli edifici sono orientati verso est, per rispettare il criterio che vuole l’ingresso alla cella (ospitante la statua della divinità) illuminato dal sole nascente.
I templi costruiti in tufo calcareo posseggono una calda colorazione dorata, che li distingue dai templi classici greci, sono inoltre in stile dorico ed esastili (cioè con sei colonne sul lato frontale), tranne quello di Zeus Olimpico che presentava sette semicolonne incassate in un muro che chiudeva tutto l’edificio. Un evento culturale ormai noto a livello internazionale è la sagra del “Mandorlo in Fiore”, che più che una sagra è un momento di spettacolo che oltrepassa i confini locali, per diventare pretesto di aggregazione tra varie culture. Essa ricorre ogni anno nel mese di febbraio e si svolge nella Valle dei Templi nei pressi del Tempio della Concordia. Da qualche decennio è stata associata al Festival Internazionale del Folclore ed è un chiaro richiamo turistico che tende a valorizzare il patrimonio culturale e ambientale di Agrigento.


Valle dei Templi mandorlo in fiore valle dei templi valle dei templi Sciacca (porticciolo) mandorli in fiore Eraclea (spiaggia) Eraclea