Favara

Nome Abitanti: favaresi
Popolazione (2012): 32.972
CAP: 92026
Provincia: Agrigento (AG)
Codice Istat: 084017
Codice Catastale: D514
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.31861, 13.66306
Altitudine (m. s.l.m.): 338
Patrono: Sant’Antonio
Giorno festivo: 13 giugno
Altre informazioni


Favara - panorama

A soli 13 chilometri da Agrigento e a 338 mt. di altitudine, si trova il Comune di Favara, il cui nome deriva dall’arabo Favar, che significa sorgente. Sebbene il nome sia legato ad una presenza musulmana nel territorio risalente al periodo della dominazione araba in Sicilia, le prime tracce di sviluppo risalgono alla seconda metà del XIII secolo, quando si cominciarono a costruire alcune abitazioni intorno al Castello.
Oltre allo splendido Castello dei Chiaramonte, recentemente restaurato, Favara presenta altre interessanti emergenze architettoniche, come, la Chiesa madre, la Chiesa del Rosario e la Chiesa del Carmine. Sotto il punto di vista archeologico è opportuno citare i resti delle necropoli e la villa romana. Infine elementi di sicuro interesse presenta la miniera solfifera di “Ciavolotta”, oggi in fase di riconversione in parco minerario.
La particolare predisposizione del territorio agricolo circostante ad essere coltivato a mandorli e pistacchi, ha certamente favorito lo sviluppo di una delle arti per cui Favara è nota, quella dolciaria. Favara è famosa infatti per essere la città dell’agnello Pasquale, realizzato con pasta di mandorle e ripieno di un composto realizzato a base di pistacchi. Si tratta della tradizionale “pecorella” che qui viene realizzata con particolare perizia e secondo una antica e tradizionale ricetta. A Favara proprio grazie a questa antica tradizione, si svolge annualmente una sagra che prevede la degustazione gratuita di questo eccezionale prodotto. Altro prodotto tipico è la minestra di San Giuseppe, a base di legumi ed arricchita con finocchino di montagna.

Architettura

La mole del castello domina, insieme alla Chiesa Madre, il profilo della cittadina conferendovi un aspetto austero. La posizione dominante del Castello simboleggia il potere dell’antica famiglia Chiaramonte, da cui il castello prende il nome.
Per più di un secolo Favara fu infatti sotto il dominio dei Chiaramonte, che, attraverso l’esercizio del “mero e misto imperio” avevano il diritto di esercitare la giustizia. Dopo la decapitazione di Andrea Chiaramonte, nel 1398, sotto la baronia di Guglielmo Raimondo Moncada, tale diritto venne soppresso.
Il Castello, è sicuramente un gioiello architettonico che merita di avere una più ampia notorietà. Presenta una mole massiccia ma è al contempo elegante; è a pianta quadrangolare ed è dotato di bifore. Possiede inoltre una particolarità: la cappella annessa al castello è coperta da una cupola emisferica che richiama i tipici esempi di architettura arabo-normanna. 

L’ingresso alla cappella è preceduto da un pregevole portale chiaramontano che reca un architrave costituito da un rilievo di epoca romana. Il castello è stato dal 1998 al 2001 oggetto di accurato restauro ed è stato recentemente restituito al pubblico.
La torretta dell’orologio, risalente alla metà del 1700, presenta uno stile tardo-barocco ed è dotata di due campane bronzee.

Nella piazza Cavour oltre al castello, si può ammirare la settecentesca Chiesa del Rosario, che presenta un esterno molto semplice. L’interno della Chiesa è molto interessante per via della presenza dei numerosi stucchi, di uno splendido soffitto ligneo e di affreschi. Altri elementi di interesse sono un antico Crocifisso ligneo e le sculture delle Pie Donne realizzate ad altorilievo.
 La Chiesa Madre invece ha l’impianto seicentesco ma risente di numerosi interventi successivi che ne hanno alterato la conformazione originale.


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