Mondello …un po’ di storia

villaggio dei pescatori

A due passi da Palermo si trova Mondello, località balneare della Sicilia, rinomata nel mondo oltre che per la bellezza delle sue spiagge, anche per la mitezza del clima, il pregio del suo contesto storico-architettonico e per la presenza di ottime attrezzature ricettive.
In origine un lento riversarsi a valle della terra superficiale delle montagne che delimitavano la piana sottostante, causò probabilmente la natura paludosa del golfo di Mondello che infatti ebbe attribuito il nome “al mondellu” cioè “palude” e “Marsâ ‘at Tin” che significa “porto del fango”. Anche se è difficile crederlo, la lunga spiaggia dorata di Mondello bagnata dal mare cristallino che oggi ammiriamo, fu davvero in origine un luogo molto paludoso, che generò non pochi problemi di tipo igienico.
Tuttavia, il “pantano di Mondello” costituì per un certo periodo di tempo anche un ambiente umido importante e in tal senso poteva essere considerato un bene sotto il punto di vista naturalistico. Anzi si può anche affermare che la popolazione locale seppe a lungo convivere con il contesto ambientale del “pantano”, del quale sfruttava le particolari qualità. Ricordiamo infatti che l’acquitrino favorì lo svilupparsi di attività economiche legate ad esempio alla raccolta della ddisa, (foglie di ampelodesmo che una volta fatte essiccare al sole e bagnate successivamente erano atte a formare un cordoncino di fili vegetali che era utile anche a riparare le reti dei pescatori) e delle canne.
Con il tempo i copiosi depositi di tipo alluvionale trasformarono l’area – già abbondantemente ricca d’acqua-, in una malsana palude. Il pantano di mondello diventò così un problema tanto pressante da dover impegnare lo stesso Senato Palermitano che se ne preoccupo’ sin dal 1773.

barca al porticciolo

Il Villabianca riporta infatti che le paludose acque di Mondello favorirono nel 1772 lo svilupparsi di numerose malattie. Per questa ragione nel 1773 si tentò di correre ai ripari attraverso iniziative che non sortirono però gli effetti sperati. Nel gennaio del 1799, Re Ferdinando IV di Borbone istituì una riserva naturale nell’ambito della Reale Riserva dei Colli, e, oltre a impedire l’attività della caccia nel pantano, propose delle opere di canalizzazione delle acque e di contemporaneo riassetto altimetrico della zona. Mondello in quel periodo appartenendo alla Casa Reale dei Borbone Due Sicilie, venne pertanto gestita dagli Intendenti generali della Real Casa fino al 1860, (quando la Real Tenuta della Favorita e il relativo territorio annesso passarono ai Savoia).
Grazie alla idea di F. Lanza Spinelli che, nella II metà del XIX sec., propose un particolare tipo di bonifica tendente a materialmente a seppellire attraverso una “colmata”, tutti gli elementi responsabili di rendere l’ambiente malsano (come insetti e una vegetazione particolarmente infestante) Mondello divenne più frequentabile anche se tuttavia ad una vera bonifica si giungerà solo alla fine del XIX sec. Nel 1891 sarà il Principe di Scalea a sollecitare il riempimento di tutti i canali e a far convogliare le rimanenti acque in un unico collettore con due sbocchi a mare (uno su Mondello paese, l’altro su Punta Celisi).