Vini di Sicilia

vite
Vite

Narra la leggenda che sia stato Bacco a piantare la prima vite ai piedi dell’Etna. Qui, per la prima volta, l’uva fu raccolta per essere trasformata in vino. Se il vino è il nettare degli Dei quale migliore sede, per produrlo che la Sicilia, terra del mito e terra del sole. È noto quanto numerose siano le componenti che concorrono a creare le qualità di un buon vino, come la coltivazione e la varietà della vite, le tecniche di potatura, le modalità di vendemmia, la fermentazione e le diverse procedure di maturazione. Ma tutti concordano nell’affermare che i due principali elementi che fanno un vero vino, sono prerogativa della natura. Sono il sole e la terra, e, la Sicilia, con la sua stupefacente varietà di suoli e il suo clima caldo e ventilato, rappresenta un luogo particolarmente adatto. I terreni siciliani, che sono ricchi di calcare, permettono la produzione di uve con ottime caratteristiche, si possono quindi ottenere vini di pregio ed inoltre, le ottime condizioni climatiche dell’isola rendono possibile limitare i trattamenti e i vini a buon titolo, possono essere considerati quasi biologici. L’Isola definita sempre più “Isola del vino”, conta per la produzione dei vini su ben 140 mila ettari di vigneti, la maggior parte dei quali dedicato all’uva bianca. Si calcola che attualmente in Sicilia si è arrivati a produrre una quantità di vino pari alle produzioni toscane e piemontesi. Secondo dati ISTAT 2003, il 75% della produzione proviene da 30 grandi cantine sociali mentre il resto è da attestare a circa 200 aziende locali. La Sicilia vanta dunque un vero e proprio patrimonio enologico. Tantissimi sono i vitigni autoctoni con caratteristiche uniche, che sono oggi oggetto di studi per pervenire a metodi circa una loro completa salvaguardia. Oggi possiamo vantare cantine tra le più moderne d’Europa e prestigiosi riconoscimenti ottenuti in concorsi vinicoli sia Italiani che Internazionali. La Sicilia punto di incontro di genti e culture diverse pare rispecchiare l’armonia degli incontri, oltre che nel suo patrimonio culturale, anche nell’immagine variegata del suo territorio e nella particolarità dei suoi vini. I vitigni autoctoni, come il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese, l’Inzolia, il Catarratto, lo Zibibbo, ecc… sono ormai riconosciuti in tutto il mondo per le loro pregiate caratteristiche.

vigneto
Vigneto

La produzione dei vini in Sicilia è antichissima. Nelle culture sia dell’Oriente che dell’Occidente, il vino ha ricoperto un ruolo privilegiato nella vita sia sociale che religiosa degli esseri umani. La storia ci dice che una presenza di vite selvatica all’interno della ricca flora mediterranea si ebbe già nell’era terziaria, come si rileva da ricerche effettuate alle falde dell’Etna e nell’area prossima ad Agrigento. La viticoltura nell’area dell’Etna è inoltre confermata da effigi su monete del V sec. a.C. È noto che si deve ai Fenici l’introduzione del vino in area mediterranea anche se è con l’arrivo dei Greci, che, la coltivazione della vite, diventa una vera e propria pratica consolidata. Grazie alle ottimali condizioni del clima, il bacino mediterraneo divenne area privilegiata per la coltura della vite. Con l’espansione dell’Impero romano, qualche secolo dopo Cristo, la Penisola divenne la maggior produttrice di vitigni da esportazione e di vino. Diodoro Siculo, riporta che il vino perveniva in Gallia dall’Italia e numerosi resti di anfore ritrovate sulle strade utilizzate per i commerci dell’esportazione del vino ne testimoniano la veridicità delle affermazioni. Il vino per i romani era considerata bevanda sacra, e Bacco, dio romano del vino era onorato con particolare dedizione.
Il vino dell’antichità, diverso da quello che oggi conosciamo era più denso e, per essere bevuto doveva essere allungato con acqua.

Grappolo d'uva

I Romani, diedero il via ad alcune importanti produzioni. Le invasioni barbariche produssero una battuta d’arresto che fu parzialmente ripresa in periodo bizantino. I musulmani dal canto loro per ragioni legate al loro credo religioso non favorirono la produzione di vino, si incrementò però nonostante tutto la produzione di alcune uve da tavola pregiate. Con il Medioevo, altriove si iniziano ad affinare le tecniche di fermentazione del succo d’uva ed a diffondere sul territorio europeo i primi vitigni. Successivamente, in Sicilia le tasse eccessive imposte dagli Angioini, scoraggiarono l’attività vitivinicola che riprese solo con gli Aragonesi. Nel corso del ‘700, in genere il vino inizia ad essere imbottigliato e conservato secondo le tecniche che valide ancora oggi. Dal 1773 la produzione del vino grazie alla commercializzazione su scala industriale dei vini di Marsala con l’inglese Woodhouse, ebbe un notevole sviluppo. Alla fine del 1800, una epidemia di Fillossera rese necessari dei provvedimenti, per cui si decise di ricorrere a nuovi impianti di viti europee innestate su di un ceppo americano, immune. Dopo il 1950 si registra la nascita delle prime cantine sociali. La creazione del Mercato Unico Comunitario nel 1970, porta ad un miglioramento delle tecniche di coltivazione grazie alla meccanizzazione. Si diede poi inizio ad una intensa attività di riqualificazione della produzione del vino in Sicilia, anche attraverso l’istituzione di un ente apposito come l’Istituto per la Vite ed il Vino nato nel 1950 per la tutela, l’evoluzione e la promozione della produzione vitivinicola della Sicilia. Il vino siciliano è oggi molto più conosciuto rispetto al decennio scorso, anche grazie alle campagne di informazione svolte ad opera di vari operatori, e si diffonde una vera cultura del vino. Oggi molti vini siciliani vantano la Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (DOCG), la Denominazione di Origine Controllata (D.O.C) e l’Indicazione Geografica Tipica (IGT). Il primo ad essere riconosciuto D.O.C. è stato il Marsala. Oggi i vini D.O.C. sono diciassette.

Vigneti

Molte sono in Sicilia, le zone dedicate alla produzione vitivinicola, come Marsala, l’isola di Pantelleria, la zona etnea, Salaparuta, Mazara, Menfi, Alcamo, Castelbuono ecc.., in alcune di esse sopravvivono ancora oggi realtà di lunghissima tradizione, stabilitesi si può dire ormai in epoca storica, in aree aventi una particolare vocazione alla coltivazione della vite. La produzione vitivinicola sia attesta principalmente a tre grandi distretti: quello occidentale che comprende il territorio di Trapani, della Val di Mazara fino a Sciacca, l’isola di Pantelleria ed alcuni comuni delle province di Palermo, Caltanissetta ed Agrigento. Qui abbiamo ad es. il noto Bianco Alcamo, il Marsala, Menfi, Moscati di Pantelleria, Sambuca di Sicilia, ecc… Al distretto nord-orientale, che comprende il territorio dell’Etna, della Val Demone e le isole Eolie, appartengono invece i D.O.C Etna, Faro e Malvasia delle Lipari. Il distretto sud-orientale che comprende il territorio di Siracusa, della Val di Noto e di Ragusa, produce il Cerasuolo di Vittoria, il Moscato di Noto e di Siracusa. Grande è la varietà dei vini siciliani; si contano ben 28 vitigni autoctoni.

vitigni

I principali vitigni coltivati attualmente nell’isola sono il Catarratto Bianco e il Trebbiano Toscano oltre al il più famoso vitigno siciliano: il Nero d’Avola cui segue l’Inzolia, il Grillo ed una piccolissima parte di vitigni internazionali -Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Chardonnay e Sauvignon Blanc-. I terreni coltivati a vite si concentrano per il 65% in collina, per il 30% in pianura e per il restante 5% in montagna. Si può affermare Trapani, (che presenta una superficie vitata di ben 87.000 ettari) è la provincia più produttiva per la Sicilia occidentale, seguita da Agrigento e Palermo. La Sicilia che oggi non è più nota solo per i suoi straordinari vini dolci e liquorosi (come il Marsala e altri vini da dessert come il Moscato ed il Passito di Pantelleria, la Malvasia delle Lipari, il Moscato di Noto e Siracusa) presenta vini da tavola, che si sono imposti nel variegato panorama nazionale…. spiccano il Nero D’Avola, detto vitigno principe siciliano, che si differenzia in relazione all’origine, se della parte occidentale, centrale o orientale dell’Isola. 

Vino

Infatti mentre i neri occidentali risultano più concentrati e d’impatto quelli coltivati ad es nell’Agrigentino hanno sentori di frutta rossa marcata. Il nero d’Avola della zona orientale della Sicilia è caratterizzato da grande finezza, con sentori di frutta secca. Noto comunque, pare sia la vera patria del Nero d’Avola. Tra i vini siciliani prodotti con uve a bacca rossa spiccano anche il Frappato e il Nerello Mascalese. Accanto alle autoctone, non mancano varietà italiane come Trebbiano toscano, Sangiovese e Barbera. A fronte di una tale varietà e abbondanza, non c’è da stupirsi se oggi si assiste al fenomeno degli investimenti nel settore vitivinicolo in Sicilia da parte di grandi aziende del settentrione, che acquistano terreni dove impiantare nostre varietà autoctone e non c’è da meravigliarsi se si afferma che la Sicilia è la regione italiana con il maggiore patrimonio vitivinicolo di tutta l’Italia.