Catania

Catania – festa in onore di St. Agata. Una delle manifestazioni religiose siciliane vissute più intensamente dai partecipanti, è senza dubbio la festa della Santa Patrona di Catania, Sant’Agata. La storia della Santa ci riporta del martirio avvenuto con il taglio dei seni della donna nel terzo secolo, da parte di Quinziano, prefetto dell’imperatore Decio in Sicilia, perché questa donna, vergine, lo aveva rifiutato ed aveva confessato la sua fede cristiana. La festa in onore della Patrona ha inizio già dalle prime ore del mattino, quando si ha la processione delle “candelore”. I grossi ceri uniti tra loro sono introdotti in una piccola architettura di legno ornato in oro nei cui reparti sono rappresentati immagini del martirio della Santa, statue di Santi ed angiolini, portata a braccia da alcuni membri della confraternita, che ne cura la manutenzione. Tra le varie confraternite coinvolte in tale rito ricordiamo quelle dei macellai, dei pastai e dei fornai. Tra loro c’è la gara a chi prepara il cero più bello. La processione dura fino a sera quando subentrano i “partiti”, che hanno preparato dei canti. Il giorno seguente si ha la processione del fercolo della Santa posto in uno scrigno d’argento ed arricchito da numerosi monili d’oro. La processione, che si effettua dopo la messa vescovile, è attuata ad opera dei fedeli in berretto nero e camicia bianca ed a piedi nudi, in ricordo del ritorno delle spoglie della Santa da Costantinopoli intorno al 1126.
L’uscita del fercolo dal Duomo è accompagnata dal lancio effettuato dal seminario dei chierici, di numerose striscioline colorate. La processione del 4 febbraio arriva fino all’antica cattedrale dedicata alla Santa, S. Agata la Vetera, mentre il giorno seguente si effettua la processione per i monasteri della città.

In Provincia di Catania:

Caltagirone nel periodo natalizio, si svolge una presentazione di presepi artistici. Bellissimo quello monumentale composto dalle tradizionali statuine di terracotta, allestito in una grande superficie di 200 mq ed ambientato nella Sicilia rurale del 1700.

Sempre a Caltagirone si festeggia San Bartolomeo il 23 agosto. Anticamente la festa prevedeva anche la processione del fercolo del Santo, attualmente essa ha mantenuto prevalentemente gli aspetti più profani, poiché presso la Chiesa del borgo di Santa Maria del Gesù che ospita la statua del Santo, confluisce tutta la cittadinanza per partecipare alle cene improvvisate a base di salsiccia di maiale. In tutto il mese di maggio, si ricorda la Madonna attraverso la decorazione delle edicole con dei fiori, edicole in cui si riuniranno le donne durante tutti i pomeriggi del mese per recitare il rosario in dialetto, e con la decorazione con dei fiori della scalinata di 142 gradini di Santa Maria del Monte. La scalinata è di nuovo protagonista nei giorni 24 e 25 luglio (festa di San Giacomo) quando alle ore ventuno e trenta la Scala viene scenograficamente illuminata da quattromila “coppi” alimentati da cinque quintali d’olio d’oliva e disposti in modo da formare dei disegni ogni anno diversi. I gradini in lava, sono decorati sul lato dell’alzata, in ceramica policroma, i cui disegni e stili richiamano i motivi delle storiche presenze sicule, arabe, normanne e spagnole.

Ad Adrano la Domenica di Pasqua, nei pressi della piazza cittadina principale sfruttando come scenario ideale il Castello-Museo cittadino, si effettua “La diavolata”, una rappresentazione d’origine medievale.
Viene costruito un palco per ospitare cinque diavoli vestiti di rosso che escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo. Lucifero, la Morte – indossa un abito raffigurante uno scheletro – ed un angelo – è rappresentato da un bambino -. L’evento è costituito da una serie di discussioni sul bene e sul male e si conclude quando l’Angelo costringe i diavoli a pronunciare la frase “Viva Maria”.

Ad Acireale, una delle manifestazioni più note è quella del Carnevale – Acireale infatti, vanta di festeggiare il carnevale che in Sicilia ha le origini più antiche. Si presume che esse risalgano alla festa del compatrono San Sebastiano inaugurata nel XVII secolo, in pieno dominio aragonese, e che diventò ben presto un’occasione di festa pubblica con giochi, mascherate e spettacoli vari. Nel 1800, inoltre, c’erano sfilate di carri nobiliari dai quali i nobili del posto, lanciavano leccornie al popolo. Soltanto nel 1929 la festa assume una forma organizzata e, col passare degli anni, diventa sempre più sfarzosa ed imponente con la partecipazione di numerose maschere e la sfilata di carri allegorici infiorati costruiti in cartapesta, di gruppi folcloristici e mascherati, l’esibizione di cantanti e di majorettes, l’esecuzione di giochi. La festa di oggi mostra i carri infiorati allegorici e costruiti in cartapesta, la vera attrazione della ricorrenza, gruppi folkloristici e dei gruppi mascherati, l’esibizione di cantanti e lo svolgimento di giochi popolari. I carri sono particolarmente belli e ricchi, e la sfilata attrae numerosissimi turisti, che invogliati dalla festa, hanno modo di scoprire la bellezza di questa cittadina.