Ispica

Nome Abitanti: Ispicesi
Popolazione (2012): 15.122
CAP: 97014
Provincia: Ragusa (RG)
Codice Istat: 088005
Codice Catastale: E366
Coordinate GPS (Lat Lng): 36.78528, 14.90694
Altitudine (m. s.l.m.): 170
Patrono: Madonna del Carmelo
Giorno festivo: 16 luglio
Altre informazioni


Chiesa - Ispica

Ispica, ha recuperato solo nel 1935, il suo nome antico: Hispicaefundus. Era infatti chiamata, fino a tale data, Spaccaforno. Posta su una collina a 170 metri circa dal livello del mare, dista da esso solo 6 km. Il suo nome deriva da un fiume, Hyspa, anche se alcuni studiosi pensano al nome latino Speca (che significa grotte). Ispica conta oggi poco meno di 15.000 abitanti e possiede una economia che oltre che sul turismo si basa sull’agricoltura. Sono presenti colture tradizionali come frumento, olio, mandorle, carrube, vino e ortaggi (pomodori, zucchine, melanzane, peperoni e carote).
La città possiede un’area di impianto settecentesco, con maglia stradale a scacchiera e un’area di impianto medievale con i tipici tracciati irregolari. Il nucleo principale della città prima del terremoto del 1693, si sviluppava anche nella parte finale della Cava d’Ispica. Dopo il terremoto, numerosi quartieri furono ricostruiti ex novo sul colle Calandra con vie larghe e diritte. L’importanza della città è comunque legata alle importanti presenze archeologiche.
La Cava d’Ispica è un’incisione valliva lunga 13 km nel territorio dei comuni di Ispica e di Modica. Oltre ad essere ricca di una varia flora mediterranea, presenta insediamenti trogloditici, santuari e necropoli. Le grotte dalle più varie forme, consistono in grandi fenditure naturali e in tombe a grotticella scavate su pareti perpendicolari in parte inaccessibili.
Nell’Ottocento e Novecento, la cava è già alla attenzione di archeologi come il celebre Paolo Orsi.

sito archeologico - Ispica
sito archeologico – Ispica

La continuità abitativa dell’area parte infatti dall’età del bronzo con una frequentazione più intensa tra i secoli IV e VIII d.C., da mettere in relazione con i flussi monastici dall’Oriente al Mediterraneo occidentale.
La città fu incorporata nel distretto di Modica e nella provincia di Siracusa. Nel 1927, a causa dello scorporo di questa provincia, Ispica fu assegnata alla nuova provincia di Ragusa.
La «Forza», è una rupe contornata dalla profonda Cava Grande, una fortezza in un punto strategico che sbarrava l’ingresso a tutto l’interno della Cava ai nemici e fu il centro del nucleo urbano della città di Ispica prima del terremoto del 1693. All’interno del parco archeologico della Forza una grotta è stata adibita ad Antiquarium. Vi sono sistemati i reperti rinvenuti nel sito: frammenti di pithoi, di anforette, utensili litici databili a partire dalla prima età del bronzo (sec. XVIII a.C.) fino alla prima colonizzazione greca (VIII sec. a.C.).
Scendendo dal parco archeologico della «Forza» nel fondovalle s’incontra la chiesa rupestre di S. Maria della Cava, costituita dalla parte absidale dell’omonima chiesa distrutta dal terremoto del 1693. Nell’interno, disadorno, sono ancora visibili tracce di affreschi di datazione incerta.
Interessante anche la grotta denominata «Conceria», per la presenza di vasche per la lavorazione delle pelli. Le grotte Lintana, sono un complesso rupestre formato da una fenditura verticale naturale e da diversi ambienti scavati nella roccia su più piani. Nel fondovalle, procedendo per un sentiero scavato sul costone di destra, si perviene alla grotta abitazione di S. Ilarione, un monaco vissuto nel IV secolo d.C. Ispica è oggi apprezzata anche per la poca distanza dal mare che incrementa le presenze turistiche per gli oltre dieci kilometri di spiaggia libera che permette di fruite di un mare limpidissimo.

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