Dipinti originali

La mia personale attività artistica inizia già nel 1980, quando comincio a soli quattordici anni, a realizzare i primi dipinti ad olio su tela e le prime opere di grafica, ad inchiostro di china. I soggetti sono spesso cavalli rossi, ispirati all’arte del grande Aligi Sassu ed alberi di Ficus, desunti dall’osservazione dei maestosi ed inquietanti alberi degli antichi giardini palermitani. Le opere sono state poi presentate ad alcune collettive di arte e, nell’ambito di quella organizzata alla Biblioteca Comunale di Palermo, ottengo una targa di riconoscimento per l’opera di computer-art intitolata “Il sole nella pioggia” (opera recentemente utilizzata nella scenografia digitale del programma “Che tempo che fa” di Fabio Fazio).
Successivamente il repertorio si estende, includendo anche una serie di opere che abbandonano il genere figurativo per andare incontro a quello astratto. Un astratto tuttavia che mantiene quasi sempre un relativo legame con il reale, inviando all’osservatore suggestioni di volta in volta diverse. Alla “musica” è ispirata infatti “Composizione in chiave di Sol”, opera realizzata nel 1990, dove la tastiera di un pianoforte asseconda le linee sinuose di un percorso di fumo di sigaretta.
Altre opere ad olio su tela riprendono invece il tema della sequenza di riquadri. Appartengono a questa serie tutti i quadri che contengono riferimenti di matrice simbolica. Come nel dipinto dal titolo “ Dall’uomo e dal sole” e nel dipinto dal titolo “Lo sciamano”.
Ad un linguaggio più vicino alle tematiche dell’arte povera e alle suggestioni di Burri, appartiene invece “Moto ascendente” dove la tecnica si arricchisce di nuovi elementi, come applicazioni di garza e stesura del colore più materica. Il dipinto dal titolo “Dopo la guerra” di grandi dimensioni, rappresenta una fusione tra generi diversi, quello figurativo ispirato ai cavalli e quello del recupero del simbolo. Alcuni dipinti invece rappresentano paesaggi. Aggregazione di case, apparentemente casuale, rese in equilibrio dal colore, che è svincolato dalla rappresentazione del reale per cercare nuovi effetti evocativi.
Dai villaggi della memoria a quelli del futuro, come quello rappresentato nell’opera digitale dal titolo “ Le città invisibili” per citare uno dei libri più audaci di Italo Calvino.
Successivamente il percorso artistico si arricchisce anche di una ricerca sui grandi artisti del passato e propone delle interpretazioni di opere famose, per la trattazione delle quali si rimanda alla serie degli “omaggi a…”. Infine il linguaggio più recente è quello che mette in atto una contaminazione tra mezzi espressivi diversi, come la pittura, la fotografia e la manipolazione digitale attraverso l’uso di software. Uno dei risultati di queste recenti sperimentazioni è “Cascata : la caduta; l’arrivo”, dove l’opera abbandona il consueto “confronto “ con i diversi mezzi, per assumere autonomia solamente attraverso l’unione con essi.

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