E’ primavera

Ho scelto un modo per celebrarla catturando questa pagina scritta negli anni 50.

Rivista Sicilia n 7 “Vita segreta della Sicilia“ di Ezio D’Errico

La primavera siciliana è breve come l’adolescenza delle fanciulle isolane che non hanno il tempo di posare il velo della Prima Comunione, che già devono confezionare quello da sposa, e appena deposta la bambola, cullano il primo nato.

L’estate invece è un dramma orgiastico splendente come il sangue, ardente come un braciere, affascinante come una piaga. L’estate è il solstizio decapitato, le nozze della terra con il mare, la vampa sull’arida pomice, lo scirocco fra le opunzie sfregiate da cicatrici, l’abbacinante calura che sbianca il cielo. L’odore di strinato sulle groppe fumide, il lezzo delle alghe putrefatte, l’insonnia delle notti nell’ipnosi della luna arancione, il fiato che sa di tuberose. l’estate piomba sull’Isola come una meteora di fuoco, risuona come un gong fra le rupi azzurre e il mare vermiglio per la carneficina della mattanza. L’estate ronza di fuchi e calabroni, tonfa di mortaretti, rulla di tamburi, squilla di campane, odora di ragia, di incenso e di pepe.

Estenuati giungono i siciliani ad un autunno elegante, senza nebbie, e con quel poco di acquerugiola appena necessaria per dissestare i giardini arruffati di liane e stellati di gelsomino.

Allora le fanciulle vestono di panno color tabacco biondo, pergamena , sabbia tortora e foglia secca. (….) i siciliani coccolano il loro breve inverno con la cura gelosa del collezionista, e lo sorvegliano come fanno gli allevatori per gli esemplari rarissimi. Hanno le nevi dell’Etna, è vero, ma si stagliano contro un cielo implacabilmente azzurro e sembra neve dipinta. Fra dicembre e gennaio, sulle coste che guardano l’africa i forestieri fanno il bagno, e i nativi crollano il capo e li gratificano di “foddi”. In febbraio qualcuno svegliandosi all’alba, crede di vedere gli alberi inzuccherati di brina, ma sono i mandorli che incominciano a fiorire- le stagioni siciliani sono tuttavia quattro, e soltanto la gente di poca fede può metterlo in dubbio, ma fanno parte della vita segreta dell’Isola, e vanno decifrate in base al calendario delle sagre, alla sapienza spicciola dei proverbi popolari, al volo degli uccelli migratori (…)

Paola Campanella


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