Punici

Intorno al X sec. a.C. nella Sicilia Occidentale nsi inseriscono degli stanziamenti coloniali Fenici e, parallelamente all’arrivo dei greci nella Sicilia orientale i Fenici -dal greco “phôinix”, in relazione alle stoffe purpuree da essi prodotte -, fondarono Panormo, Mothia e Solunto al fine di estendere i loro traffici commerciali. Grano di Agrigento ed Ossidiana di Lipari, rappresentarono per i Fenici materie preziose per i commerci… Particolare attenzione rivolsero alle attività produttive di oggetti in ceramica e anche nel settore della produzione tessile. Attraverso gli scambi con i greci, i Fenici, altrimenti detti Punici, assorbono alcune caratteristiche culturali, evidenziabili nelle rovine che mostrano una profonda ellenizzazione dei costumi anche sociali.
Questa “grecizzazione” si completa nel corso del VI sec. Dopo la fondazione di Cartagine sulla costa africana gli stanziamenti punici in Sicilia si trasformeranno in veri presidi a carattere militare. Nell’area nord-occidentale, sorgerà la fortezza di Lilibeo, centro della potenza militare cartaginese. Mothia, isolotto della laguna dello stagnone di Marsala, avrà un’importanza notevole, strategica e commerciale, confermata anche da alcune rilevanti emissioni di monete. Interamente ricoperta dagli scavi che l’hanno deputata a luogo di probabili sacrifici umani (vedi tophet), Mothia con la sua necropoli ed il porto artificiale (kothon) è anche sede del museo Whitaker dove si trova la famosa scultura di “Giovane Auriga”, di controversa interpretazione. Numerose e coerenti testimonianze puniche, si ritrovano anche nella zona dell’Arenella, dell’Acquasanta e alle falde di Monte Pellegrino, e precisamente presso la “Scala Vecchia”, dove sono stati ritrovati resti di ceramiche domestiche puniche.