Normanni


Duomo di Cefalù
Duomo di Cefalù

I Normanni, popolazione d’origine Scandinava, si erano nel 911 stanziati in Normandia. Essi si inseriranno nelle contese sorte tra gli arabi di Sicilia e i bizantini di Puglia e di Calabria. L’occupazione della Sicilia da parte dei Normanni, legati alla tradizione religiosa cristiana, ebbe inizio da Messina e si configurò sin dall’inizio come un’operazione di riconquista. Nel 1059 ottengono il privilegio di considerarsi vassalli del pontefice e si guadagnano il riconoscimento dei diritti feudali sull’Italia meridionale. Maggiori fautori dell’opera di conquista della terra di Sicilia, furono due fratelli della famiglia Altavilla: Roberto il Guiscardo e Ruggero. Nel 1061 d.C, i due sbarcano in Sicilia, e nel 1063 nella battaglia di Cerami, sconfiggono i Musulmani. Nel 1071 conquistano Catania, poi Palermo ed Enna nel 1087. Ruggero d’Altavilla, dopo la morte del fratello Roberto avvenuta nel 1085, governò col titolo di gran conte di Sicilia e di Calabria dimostrando un notevole spirito di tolleranza verso i vinti. Nel 1091, con la conquista di Noto, la Sicilia sarà sotto il loro completo dominio. I Normanni contribuirono a formare uno stato che, superando il modello feudale piramidale, si avvarrà di un apparato di funzionari statali e del Parlamento con funzioni di controllo sullo stesso Re, attraverso le rappresentanze nobiliari ed ecclesiastiche, nonché attraverso il “braccio demaniale” (cioè rappresentanze di città libere non facenti parte di feudi baronali o vescovili). Nel 1097 Ruggero riceve dal Papa Urbano II l’Apostolica Legazìa con la quale ha facoltà di nominare direttamente tutti i vescovi Siciliani. A lui succedettero i figli Simone (1101-1113) e Ruggero II (1113-1154).
Ruggero II riesce a completare la conquista di tutto il meridione continentale, riunendo in un unico Stato i domini normanni della penisola e la Sicilia. Per sette secoli stabilisce i confini di uno stato centralizzato, unico in Italia e in linea con il formarsi in Europa degli stati nazionali. Ruggero ebbe il titolo di re di Sicilia e di Puglia. Accadde infatti che nel 1130 muore Papa Onorio II. Immediatamente, all’interno del Collegio Cardinalizio, inizia la contesa per la successione papale. I sedici porporati facenti capo alla famiglia dei Frangipane, elessero Papa il Cardinale Papareschi che assunse il nome di Innocenzo II. Gli altri quattordici porporati, facenti capo alla famiglia dei Pierleoni, elessero invece Papa il Cardinale Pierleoni che assunse il nome di Anacleto II.
Poco tempo dopo il Pierleoni riuscì a far convergere su di sé il gradimento anche di alcuni cardinali che avevano eletto il Papareschi, raccogliendo la maggioranza dei voti del Collegio e accreditandosi come unico legittimo Pontefice. Papa Anacleto II, quasi completamente isolato chiese l’appoggio dei Normanni del Duca Ruggero II, al quale offrì la corona regia. Il Duca Ruggero non volendo perdere l’occasione concluse, nel settembre 1130, una alleanza militare con il Papa, a seguito della quale Anacleto II emise una Bolla che lo consacrava Rex Siciliae. Dopo di che, nella notte di Natale del 1130, con un cerimoniale utilizzato nell’anno 800 in occasione dell’incoronazione di Carlo Magno, Ruggero II, fu incoronato a Palermo con il nome di Ruggero I, Re di Sicilia, Puglia e Calabria. La Sicilia veniva così affidata al nipote di Tancredi d’Altavilla, e il Regno di Sicilia nasceva all’insegna di questa dinastia. Innocenzo II, però, ritenendosi legittimo Pontefice, promulgò la scomunica nei confronti di Anacleto II e dichiarò nulli tutti i suoi Atti.
In una serie di Concilii successivi, (Reims -1131, Piacenza -1132, Pisa -1135), fu riconosciuto come tale da Inghilterra, Spagna, Francia e Germania. Anacleto II poteva contare sull’appoggio della città di Roma, dell’Italia meridionale e dei Normanni e ben presto fu necessario il ricorso alle armi, (anche perché l’Imperatore Lotario era spronato ad intervenire da Bernardo di Chiaravalle, ostile ad Anacleto II). Nel 1137 muore l’Imperatore Lotario e nel 1138, anche l’Antipapa Anacleto II. La famiglia Pierleoni elegge nuovamente un Antipapa questa volta è il Cardinal Gregorio, che prende il nome di Vittore IV. A causa dell’intervento di Bernardo di Chiaravalle, quest’ultimo però rinuncia tempestivamente favorendo la piena legittimazione di Innocenzo II, che ottiene il suo riconoscimento, nel 1138.

Aveva finalmente termine così, lo scisma apertosi all’interno della Chiesa di Roma. Nei primi mesi del 1139 si svolge il Concilio Lateranense che conferma l’illegittimità di Anacleto II e la nullità di tutti i suoi Atti, compresa la scomunica nei confronti dell’Antipapa e di Ruggero. Il Pontefice Innocenzo, alla testa di un esercito si muove contro Ruggero che, essendo più forte militarmente, lo prende addirittura in ostaggio. Il Papa Innocenzopertanto si vede costrettoa a confermare a Ruggero la corona regia, e, nel mese di Luglio del 1139, con “l’elevatio in regem” da parte di Innocenzo II, il Regno di Sicilia, riceveva un definitivo riconoscimento. Ruggero II fa di Palermo la Capitale del suo regno. Egli pretende diritti su ogni terra, assegnando le terre ai suoi seguaci. E’ in questo periodo che un’organizzazione di tipo feudale si diffonde anche in Sicilia. Il regno siciliano è così organizzato: il re è assistito da sei ufficiali dei quali fanno parte l'”ammiraglio”, (retaggio di origine araba che rappresenta il capo delle forze armate) e il protonotaro, (cioè il capo della cancelleria). Vi sono poi alcuni magistrati sparsi nelle province detti iusticiarii e connestabuli. Esistono inoltre un’amministrazione finanziaria, detta dall’arabo “dohana” e una forma di autogoverno concessa alla comunità araba di Palermo, retta da un qaid. I sovrani normanni sono nominati “legati papali”, -diretti rappresentanti della Santa Sede-, da papa Urbano II. Ruggero non ostacola la cultura araba: affida al geografo al-Idrisi un’opera geografica chiamata “Il libro di Ruggero”.
Ruggero II fa inoltre costruire opere importanti come la Cattedrale di Cefalù e Palazzo Reale di Palermo, e nel 1132, fa edificare la sua Cappella di Palazzo, la nota Cappella Palatina, dedicata a S. Pietro. Sempre presso il Palazzo Reale istituisce dei laboratori regi nei quali realizzare corone -come la splendida corona chiamata Kamelaukion, conservata presso il “Tesoro della Cattedrale”, ma anche gioielli, suppellettili preziose, abiti cerimoniali ecc…. Con la discesa in Italia di Lotario, ebbe inizio una lunga guerra tra l’Impero e i Normanni che vide Re Ruggero perdere progressivamente i territori dell’Italia peninsulare. Ripartito Lotario nell’ottobre del 1137, Ruggero riconquista Salerno, Avellino, Benevento e Capua.

la Zisa
La Zisa

Nel 1144 d.C. viene creato il primo catasto urbano e rurale della Sicilia. Al 1147 si attestano alcune scorrerie della flotta normanna nell’impero Bizantino: vengono saccheggiate Corfù, Tessalonica e Tebe. Vengono in questo periodo così introdotti in Sicilia numerosi abili artigiani della seta. ARuggero che muore all’età di 59 anni nel 1154, succede Guglielmo I (detto il malo) che muore all’età di 45 anni nel 1166, e che fece costruire la residenza reale della Zisa all’interno del grande parco reale -del Genuardo. Il figlio, Guglielmo II il buono salì al trono all’età di 11 anni, e fu il nuovo re di Sicilia dal 1172 al 1189. Egli, fu apprezzato per la sua bontà.
A lui si devono la Cuba e la Cattedrale di Monreale, il cui interno è interamente decorato dagli splendidi mosaici noti in tutto il mondo e il cui chiostro è una delle più belle espressioni della scultura medievale presenti in Sicilia. I Normanni vennero influenzati dalle tecniche islamiche. Per la decorazione musiva, invece, fecero uso delle abilità dell’etnia bizantina. Per questo l’arte romanica in Sicilia è considerata una sintesi delle tre diverse culture: islamica, bizantina e normanna.
Anche la Cattedrale di Palermo, su iniziativa del Vescovo Gualtiero, diventa la più grande cattedrale della Sicilia medievale. Guglielmo II, non avendo eredi diretti permette il matrimonio tra Costanza d’Altavilla (figlia di Ruggero II ed erede indiretta) ed Enrico VI Hohenstaufen di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, permettendo così alla dinastia sveva di accampare legittimi diritti sul trono di Sicilia. Morto all’età di 36 anni, con lui si estingue la linea diretta della dinastia normanna per mancanza di eredi maschi in Sicilia. Successivamente sarà la volta di Tancredi detto Ruggero III 1193-1194; Guglielmo III dal 1194 e Costanza di Sicilia fino al 1198.