Greci

La civiltà greca, avente quei caratteri cui generalmente si tende a identificarla, viene inquadrata cronologicamente dal VIII al II secolo a.C. Localizzata in un primo tempo nella penisola ellenica, si estenderà successivamente alle coste dell’Asia Minore e dell’Italia meridionale con la fondazione delle colonie della Magna Grecia, e poi, con Alessandro Magno, giungerà in Egitto ed in Oriente, fino a toccare i confini dell’India. Frequentazioni da parte dei Greci nell’isola si attestano già, nella parte orientale, intorno al VIII sec. a.C. Poco dopo i primi insediamenti. Sia l’architettura che l’arte conoscerà un Periodo Arcaico che va dall’VIII secolo alla prima metà del V secolo a.C. e che presenta ancora riconoscibili i modi espressivi degli antichi popoli dei Dori e degli Ioni. A questo periodo risalgono templi semplici e massicci, sculture immobili e solenni, vasi a decorazione geometrica o a figure nere. Gli esempi delle migliori espressioni di queste architetture si avranno nella Magna Grecia. Agrigento e la Valle dei Templi sono ormai note in tutto il mondo, ma anche Selinunte con il suo imponente parco archeologico stupisce i visitatori che giungono numerosi. Espressioni di un’epoca durante la quale la civiltà greco-sicula, civiltà della Magna Grecia, perviene ad altissimi livelli di arte e di progresso. Nascerà la grande scultura arcaica, caratterizzata dalla fissità delle forme con cui era rappresentato il corpo umano (vedi metope del tempio C di Selinunte). Ma andiamo con ordine.
Al 775 a. C. risale la fondazione della colonia commerciale di Pitecusa a Ischia che segna l’inizio degli stanziamenti ellenici nella penisola. Nel 734 a.C. i coloni di Corinto fondano Sùraka in Sicilia, l’odierna Siracusa e nel 735 a. C. coloni greci, provenienti dalla Calcide nell’Eubea, fondano Naxos per il controllo delle rotte commerciali passanti per lo Stretto di Messina. Secondo recenti studi, però, tale data potrebbe essere anticipata di circa venti anni. I coloni calcidesi fondano anche Lentini, Catania e Zancle. 

carta di Selinunte
Carta di Selinunte

Nel 728 a.C. i coloni di Mégara fondano Mégara Iblea, che a sua volta fonda Selinunte nel 650 a. C..Al 689 a.C., da parte di Cretesi e Rodii si attesta invece la fondazione di Gela sulla costa meridionale; da questa città verrà poi fondata nel 580 Akragas – Agrigento ultima delle grandi colonie. Fino al III° secolo a.C. si combatterà per l’indipendenza delle nuove colonie sia dalla Grecia che dai Cartaginesi insediati sulle coste occidentali. Si formeranno delle alleanze per il dominio del territorio, che daranno luogo a varie tirannidi, in questo contesto emergerà la potenza della città di Siracusa, governata dai Dinomenidi. I Greci di Sicilia devono affrontare l’ostilità cartaginese ed etrusca, probabilmente suscitata dall’aggravarsi della minaccia persiana contro la madrepatria ellenica. Nel V sec. A.c. Siracusa otterrà due grandi vittorie militari contro i cartaginesi. Nel 480 si svolge la Battaglia di Imera: Gelone di Siracusa, alleato di Terone di Agrigento, sconfiggerà a Imera i Cartaginesi.
Successivamente nel 474 riporterà una decisiva vittoria navale presso Cuma sugli Etruschi che verranno così bloccati nella loro espansione verso l’Italia meridionale. Al 453 si attesta la ribellione di Ducezio, il quale riunisce tutte le città dei Siculi in una confederazione. Nel 450 la sollevazione è sedata. La concorrenza delle comunità cittadine verso Greci e Cartaginesi, darà origine a situazioni di conflitto. Nel corso della guerra del Peloponneso Atene interviene in Sicilia, suscitando la reazione dei Sicelioti- Greci di Sicilia-, fino alla grande spedizione del 415-413, dove si perverrà alla disfatta ateniese in Sicilia. Siracusa si conferma potenza egemone dell’isola e ne completa il processo di ellenizzazione. Nel 409 a.C. i Cartaginesi attaccano e distruggono Selinunte e Imera. Poi è la volta di AgrigentoGela e Camarina, e della minaccia diretta alla stessa Siracusa, che comunque riesce ad attuare la controffensiva che porterà alla conquista di Mozia nel 397 a.C. e alla disfatta dei cartaginesi nel 386 A.c. Dionisio diviene tiranno della città dal 405 al 367.

Egli conquisterà un vasto dominio nell’Italia meridionale e adriatica – Vedi Crotone e fondazione di Ancona. Al 392 a. C. si attesta la pace tra i Cartaginesi e Dionisio I, che muore nel 367. Gli succederà il figlio Dionisio II, ma alcune congiure a suo danno lo costringeranno a cedere il trono a Timoleonte che, nel 345, verrà inviato da Corinto su richiesta degli stessi siracusani. Il nuovo sovrano respingerà i Cartaginesi negli originari confini dell’Alico battendoli sul fiume Crimiso (341) e riformerà la costituzione della città. Sotto la guida di Timoleonte, la Sicilia conosce quindi un periodo di stabilità e di ricostruzione: rifiorirono le città distrutte dai Cartaginesi come Gela, Kamarina ed Agrigento. Alla morte di Timoleonte seguiranno dissidi politici e si imporrà la dittatura. Agatocle infatti, nel 316 a. C. capeggerà una rivolta contro gli aristocratici e prenderà il potere a Siracusa. Nel 310 a. C. i Cartaginesi riescono a battere Agatocle presso Ecnomo. Egli però contrattacca e sbarca in Africa alla testa di 14000 uomini minacciando Cartagine. Nel 289 muore Agatocle. Gli abitanti di Siracusa invitano quindi Pirro, re dell’Epiro, in loro difesa; Pirro giunge in Sicilia allo scopo di sconfiggere i Cartaginesi, ma i successi ottenuti (egli tenterà invano di unificare tutta la Sicilia), non gli evitano la disfatta ad opera di Roma nel 275 a. C.. Un ex ufficiale di Pirro, Ierone II, nel 262 a.C, dopo una vittoria sui Mamertini mercenari di origine campana che vivono a Messina, si imporrà il titolo di basileus di Siracusa. I mamertini avevano chiamato in soccorso i Romani, determinando in tal modo la cosiddetta Guerra punica il cui esito sarà la sconfitta Cartaginesi 260 a C. Ebbe così inizio il periodo che rese la Sicilia provincia di Roma.