Ragusa

Nome Abitanti: ragusani
Popolazione (2012): 69.794
CAP: 97100
Provincia: Ragusa (RG)
Codice Istat: 088009
Codice Catastale: H163
Coordinate GPS (Lat Lng): 36.9270, 14.7225
Altitudine (m. s.l.m.): 537
Patrono: san Giovanni Battista e San Giorgio
Giorno festivo: 29 agosto


Cattedrale di San Giorgio
Cattedrale di San Giorgio

La città posta su di una formazione rocciosa calcarea tra due valloni, la cava di San Leonardo e la cava di Santa Domenica, si suddivide in due distinti nuclei: l’antica Ibla e Ragusa Superiore che ebbero per molti anni vite amministrative separate e che solo nel 1926 furono riunificate nell’attuale città di Ragusa, capoluogo di provincia.
Le origini di Ragusa risalgono circa al XV sec. a.C., primo periodo siculocon Hybla Haerea, un aggregato di villaggi siculi che venne in contatto con popolazioni greche e romane e che raggiunse una certa importanza nel periodo bizantino, quando la città fu munita di un castello.
Conquistata dagli arabi nell’848, e rimasta sotto il loro dominio per due secoli e mezzo, divenne un importante centro nel secolo XII con i normanni. A cominciare dal 1452 si ha la concessione di terre in enfiteusi che consisteva in un contratto agrario che garantiva al titolare il godimento di un fondo con l’obbligo di migliorarlo, dietro pagamento di un canone annuo in natura o in denaro. Da questa sorta di rivoluzione economica, nacque un nuovo passaggio agrario caratterizzato dalla fitta ragnatela di muretti a secco costruiti per delimitare le nuove proprietà dividendo i campi adibiti al pascolo, e per consentire l’avvicendamento delle colture leguminose e cerealicole.

Ragusa
Ragusa

Il terremoto del 1693 causò nella sola città di Ragusa circa 5.000 morti e distruzione in tutta la città. Quando si dovette procedere alla ricostruzione, i nobili preferirono ricostruirla dove sorgeva prima, mentre la nuova borghesia preferì ricostruirla in contrada Patro. Nacque così il primo nucleo di Ragusa Nuova caratterizzato da strade ampie e rettilinee. Sotto il punto di vista ambientale la provincia di Ragusa, presenta un territorio dall’aspetto prevalentemente collinare; Dolce è il profilo montuoso e con altezze sempre inferiori ai 1000 m. ed il paesaggio è caratterizzato dai muri a secco che delimitano i campi. Molto caratteristiche sono anche le cosiddette cave, gole profonde incise nel calcare da torrenti inoltre presso le foci dei fiumi sono presenti numerose zone umide, che prendono il nome di pantani.
Alla vegetazione di tipo mediterraneo con querce, carrubi, oleandri, fichi, acanti e canne si affiancano numerose serre che testimoniano l’intensa attività agricola. Vicina ad incantevoli spiagge dotate di servizi turistici di prim’ordine, Ragusa si pone come una delle province più dotate sotto il punto di vista delle potenzialità turistiche. Ibla rappresenta senza dubbio la principale attrattiva del ragusano, per la sua particolare bellezza e le sue emergenze architettoniche.

piazza di Ragusa

Il luogo più scenografico del nucleo barocco di Ibla è la Piazza Duomo, dominata nella parte alta dalla splendida chiesa di San Giorgio, che, avendo l’asse prospettico divergente rispetto alla direttrice della piazza, presenta un aspetto scenografico dall’eccezionale effetto visivo. L’aspetto generale è reso ancor più suggestivo dall’alta gradinata della chiesa e dalla spinta ascensionale del corpo centrale dell’edificio, che culmina nella cella campanaria, che svettando in alto, conferisce slancio all’insieme. Il duomo è stato edificato sulla preesistente chiesa di San Nicola, dopo il terremoto del 1693, su progetto di Rosario Gagliardi, (architetto siciliano nativo di Siracusa e attivo a Noto. che portò fra i primi le nuove soluzioni barocche del Bernini e del Borromini e, adattandole e trasformandole in un linguaggio originale); iniziato nel 1744 il duomo presenta una facciata suddivisa in tre ordini, con la sezione centrale leggermente convessa separata dalle altre due da due gruppi di tre colonne ciascuna.

portale di San Giorgio
portale di San Giorgio

Molto ricchi sono i portali, specie quello centrale, con festoni e scudo araldico sostenuto da putti. Tutta la scalinata è circondata da una cancellata di Angelo Paradiso di Acireale, installata nel 1890. L’interno del duomo a tre navate su pilastri culminanti con capitelli corinzi, ha una profonda abside e vetrate istoriate del 1926 su disegni di Elena Panigatti, rappresentanti il martirio di San Giorgio. Nella nicchia sovrastante l’ingresso laterale si vede la “Santa Cassa”, un’urna reliquario in argento che viene portata in processione durante i festeggiamenti del Santo patrono. Infine nel transetto sinistro si può ammirare il quadro di Dario Guerci raffigurante San Giorgio nell’atto di uccidere il drago.
La piazza è anche circondata da bei palazzi classici e barocchi caratterizzati da balconi sporgenti sorretti da enormi mensoloni scolpiti dalle maestranze locali.
Uno dei capolavori di Ibla medievale, assorto grazie quasi a simbolo della città di Ragusa, è il portale di San Giorgio. La vecchia chiesa, fatta costruire dai normanni e dedicata a San Giorgio Cavaliere, doveva essere una delle più belle e ricche di tutta la città. In base ad alcuni documenti si può supporre che doveva essere a tre navate, con una campanile alto e slanciato con cuspide conica. Il portale superstite che doveva essere quello laterale di sinistra, costruito in blocchi di tenera pietra locale, oggi si presenta molto corroso, ma se ne distingue ancora la superba bellezza.
Il barocco Palazzo Cosentini è uno dei più belli di Ibla, lo decorano vigorose rappresentazioni tratte dal mondo animale – infatti è arricchito da maschere grottesche che portano in bocca animali fantastici e selvatici, topi, rane, rettili, scorpioni, che sembrano coprire ogni spazio vuoto-. Scalpellini iblei, scolpendo queste opere rese nel migliore senso del plasticismo sulla pietra, sono stati pazienti e creativi interpreti dei sentimenti della vita di allora. Collegata al Palazzo Cosentini tramite scale e archi da contrafforte, è la Chiesa di S.Maria dell’Itria, costruita sulle fondamenta di un’antica chiesa bizantina ed eretta nel 1626 dal Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta. Distrutta dal terremoto, venne ricostruita nel 1739. Il suo nome trae origine dal termine greco, “Odygidrya, che significa “Madonna delle acque”. Bellissimo il campanile dalla cupola ottagonale balaustrata, specie visto dall’alto, rivestito dalle maioliche colorate di Caltagirone che rappresentano Iris gialli e lillà nei vasi. La facciata ha un portale incorniciato da festoni scolpiti e mascheroni grotteschi fra le volute dei capitelli. All’interno a tre navate delimitate dalle colonne corinzie, si trovano numerosi altari sontuosamente decorati, fra cui spicca quello del crocifisso di proprietà della famiglia Cosentini.

Piazza San Giovanni

Piazza San Giovanni è invece il cuore della Ragusa nuova, che conserva anch’essa pregevoli emergenze architettoniche.
La cattedrale di San Giovanni eretta agli inizi del XVII secolo, è costituita da una ricca facciata con tre portali, con quello di mezzo ornato di belle statue. Le robuste colonne a capitelli corinzi su alti plinti scandiscono la facciata, nella quale si aprono anche cinque finestre. Alla sinistra della chiesa si eleva un alto campanile con balaustra al primo piano terminante a cuspide. Palazzo Zacco, è una delle dimore gentilizie più riuscite, anche per la sapiente disposizione angolare che sfrutta la massima possibilità di esposizione. Posto sullo spigolo dell’edificio lo stemma gentilizio, che, fra i più grandi della città e sostenuto da putti, si inserisce in modo armonico in tutta la decorazione barocca del palazzo. Elegante è il portale di ingresso, fiancheggiato da due colonne a capitelli corinzi che sostengono il balcone centrale a linea spezzata con una decoratissima e bombata inferriata recante dei bei fioroni, sempre in ferro, appena sbocciati. Gli altri balconi presentano mensoloni riccamente intagliati a figure grottesche e mascheroni, rappresentanti ognuno un tema particolare della vita.
Di fronte alla chiesa di San Vito il mascherone ghignante e linguacciuto, posto sotto uno dei balconi e facente parte dei mensoloni che sostengono il ripiano assieme agli altri personaggi, fermati in atteggiamenti quasi vivi.
Bellissimo il balcone che dà su Corso Vittorio Veneto, con una procace sirena circondata da musici e ricco di decorazioni, quasi a far immaginare al passante quanta gioia e quanta musica si poteva assaporare nelle feste che si tenevano a palazzo. Non meno interessanti sono gli altri balconi, rappresentanti sempre musici e personaggi della vita quotidiana.
Palazzo Bertini, costruito dalla famiglia Floridia verso la fine del ‘700 e poi comprato dai Bertini, dai quali prese il nome, ha come caratteristica tre mascheroni, impostati nella chiave di volta delle finestre, che hanno avuto diverse interpretazioni come quella dei Tre Potenti; Il primo mascherone rappresenta il povero, che, con la lingua di fuori, con alcuni denti mancanti e col naso sproporzionato, vuole esprimere la potenza di colui che, non avendo niente, non può essere privato di niente. All’altra estremità sarebbe rappresentato il commerciante con turbante, i baffi ben curati e con l’aspetto tranquillo, simbolo di colui che ha tutto e che può tutto grazie al suo denaro. La figura centrale è quella del nobile signore, che rappresenta il potere dell’aristocrazia e in quanto al centro della società, è scolpito in posizione frontale, fra povertà e ricchezza, fra il povero e il ricco.

Il Museo Archeologico Ibleo, il cui primo nucleo si è costituito fra il 1955 e il 1960, raccoglie materiale proveniente dagli scavi effettuati in seguito alle ricerche sistematiche di Antonio Di Vita nel territorio della provincia di Ragusa. Le ceramiche esposte sono relative al periodo di Stentinello (ceramica incisa) e a quello tardo-neolitico di Diana (ansa “a rocchetto”). Le tracce della prima età del bronzo, cioè della civiltà detta di Castelluccio (XIX-XIV a.C.), dal nome dell’antico abitato presso Noto, sono ben documentate. II Museo espone anche bronzi di Castelluccio, rinvenuti nel 1978 lungo il medio corso del fiume Birillo fra cui asce di vario tipo, frammenti di lame, punte di spade e pugnali.
Oltre ad oggetti di arredamento e di uso personale quali fibule, braccialetti, anelli, dischi ornamentali spirali e frammenti di vasi in sottilissima lamina di bronzo. I materiali delle necropoli classiche sono costituiti soprattutto da piccoli vasi attici del V sec. a.C. con vernice compatta e decorazione stampigliata. In due ampi spazi sono stati sistemati la ricostruzione di parti significative della necropoli classica di Passo Marinaro (Camarina) ed i rinvenimenti dell’area urbana di Camarina.

Ragusa ibla

Ragusa ibla è uno dei siti inseriti nella World Heritage List dell’Unesco.
Ciò che colpisce di Ragusa è l’aspetto barocco della città, che è dovuto alla ricostruzione che se ne fece dopo il devastante terremoto del 1693. Essa è suddivisa in due parti: Ragusa Ibla, ricostruita sulle sue stesse rovine e Ragusa superiore, riedificata seguendo uno schema urbanistico regolare sulla collina del Patro. La Chiesa di San Giorgio è uno dei capolavori architettonici di Ragusa. Si trova in piazza del Duomo. Tale spazio, insieme a quello della piazza Pola, ricevette una sistemazione da Rosario Gagliardi, che seppe armoniosamente mettere insieme in un unico sistema urbano, S. Giorgio con l’altra chiesa di S. Giuseppe.
La mole del Duomo di S. Giorgio si impone allo spazio della piazza essendo elevato su di un’ampia scalinata. Esso fu edificato in corrispondenza della precedente chiesa di s. Nicolò distrutta dal terremoto del 1693. L’asse del Duomo diverge da quello della piazza. Anche la progettazione di S. Giorgio si deve alla genialità di R. gagliardi e la sua costruzione fu conclusa nel 1775. La facciata, barocca, è articolata in tre ordini sovrapposti con cornicioni fortemente aggettanti. La cupola è in stile neoclassico e risale al 1820. Molto bella anche la cancellata ottocentesca in ferro battuto.