Foto antiche

1860-70

Stabilimento artistico fotografico Raffaele Servillo F.P. Nuova 2foto G.Dolce - Palermo Corso Vittorio Emenuelefoto Servillo - PalermoStabilimento artistico fotografico Raffaele Servillo F.P. Nuova 21871 - foto IncorporaStabilimento fotografico G.Dotto - Palermo - Via Vittorio Emanuelefoto G.Dolce - Palermo Corso Vittorio EmenueleStabilimento fotografico G.Dotto - Palermo - Via Vittorio Emanuelefoto G.Dolce - Via Bottaj - Palermo

1870-80

Stabilimento foto-pittura e fotografia G.Dolce - via Bottai - Palermofoto E.Interguglielmi & C. - Largo Sofia - Palermofoto De Luca - Napolifoto Raffaello Ferretti - Napolifoto Giuseppe Dolce - Palazzo Larderia - Palermo

1880-90

foto G. Incorpora - via rosolino pilo 59foto Paceco e Filho - Rio de janeiro 1891

1890-00

1896 - foto Lo forte e figlio - Via Vittorio Emanuele - Palermofoto Gutierrez - Rio de Janeiro - 1892foto F.P.Uzzofoto Interguglielmi - Via Cavour - Palermo

1900-10

foto Interguglielmi - 19111907 - foto Interguglielmi via Cavour 84

1910-20

1919 - postcardfoto Valdemaio - Milano 19181917 - postcard

1920-30

1922 - foto Siragusa - Via maqueda - Palermo1921 - regatapostcardVenezia 1927 - postcard1927 postcard

FOTO ANTICHE, ALCUNI CONSIGLI PRATICI

Elementi di riferimento per individuare la data di produzione delle foto antiche (immagini care di nonni e bisnonni, oppure di parenti lontani di cui si sono persi dei precisi riferimenti utili alla datazione) che molti di noi ancora posseggono in buone condizioni, accuratamente conservate all’interno delle proprie case, sono, a parte la impostazione del soggetto nel ritratto (se di fronte o di tre quarti) e l’abbigliamento anche e soprattutto i dati derivanti dalla osservazione di alcuni particolari della foto. (È bene precisare che queste brevi note sono relative ad i positivi su supporto cartaceo e quindi non si parla di Dagherrotipi, Ambrotipi, Ferrotipi o di diapositive su lastre di vetro al collodio). Sarà opportuno munirsi almeno di una lente di ingrandimento a 10x.
La prima cosa, in presenza di tali positivi, è l’osservazione della superficie della fotografia, che può presentarsi lucida oppure opaca. Per stabilire la data ma anche per preservare la fotografia dai pericoli di degrado cui può andare incontro, è bene stabilire se la fotografia è una carta salata, un cianotipo, Platinotipo, un positivo all’albumina, un aristotipo o un positivo alla gelatina a sviluppo. Naturalmente tali osservazioni attengono il settore degli esperti, ed anche loro a volte ricorrono alla osservazione della foto con strumenti adeguati che ne possono rivelare particolari che sfuggirebbero ad occhio nudo. Comunque, in linea generale, la superficie di un positivo su carta può esibire le fibre della carta. Oppure si può notare l’esistenza di una perfetta uniformità della superficie. Le immagini possono presentare un aspetto opaco o lucido, e la carta può avere assorbito più o meno il nitore dei contorni. Anche la presenza di eventuali macchie può essere un indicatore in relazione alla loro forma, ampiezza e distribuzione.
Occorrerà fare caso alla colorazione assunta dall’immagine antica in b/n, che varia in relazione al viraggio cui è stata sottoposta. Si potrà così dedurre se il positivo è stato ottenuto per annerimento diretto (l’immagine è nitida e presenta una tonalità calda oltre che una buona resa dei particolari), oppure per sviluppo (l’immagine ha una colorazione grigio-nera e la tonalità è fredda). Una volta stabilita l’appartenenza ad un tipo di positivo o ad un altro l’immagine potrà essere approssimativamente datata, facendo riferimento alla seguente tabella:

1840-1860    Positivo su carta salata
1880-1920Cianotipo
1880-1930Platinotipo
1855-1920Positivo all’albumina
1860-1940Positivo al carbone
1890-1940Positivo alla gomma bicromata
1885-1920Aristotipo o positivo aristotipico
1888Positivo alla gelatina a sviluppo

Altra osservazione essenziale per la datazione è quella del supporto dell’immagine. Generalmente si definisce primario, il supporto che rappresenta il piano di sostegno dell’immagine. La carta, per intenderci, costituisce un supporto di tipo primario. Il supporto secondario, comunemente definito la “montatura” della fotografia, è quello sul quale l’immagine risulta applicata. Molte foto antiche si presentano come positivi su carta applicati sul cartoncino. In relazione alle caratteristiche della montatura si possono dedurre molti dati utili alla datazione. Per le “carte-de-visite”, furono introdotte montature pre-tagliate prodotte industrialmente e commercializzate presso gli operatori del settore a partire dal 1860. Spesso inoltre, nella montatura apparivano per decorazione delle linee, il “filetto” che si presentava a volte dorato, a volte colorato, e definiva l’incorniciatura delle immagini. Una carte-de-visite con filetto può avere come dimensioni 9,2 cm x 5,4 – calibro e 10,4 cm x 6,2 cm -montatura.È bene sapere che lo spessore del supporto, può fornire un indispensabile riferimento per la datazione della foto. Infatti si tendeva a ricorrere a spessori maggiori del supporto al fine di garantire all’immagine basi sempre più resistenti.
Altri elementi, non meno importanti per risalire alla datazione, sono relativi alla osservazione di marchi e bolli nel verso del supporto dell’immagine. Parte integrante dei formati storici come la carte-de-visite, il marchio può essere associato a dei timbri. Se in una foto è presente il marchio, grazie al fatto che vigeva l’usanza di accostare al nome del fotografo, anche la relativa via dello studio fotografico dove operava, possiamo pervenire a delle datazioni abbastanza verosimili. Se poi compare la data di fondazione dello studio del fotografo datare l’immagine sarà ancora più semplice. Il marchio è generalmente un contrassegno a stampa tipografica, o litografica, e può comparire anche nel recto dell’immagine. Frequente è il ricorso a marchi circolari o rettangolari. Il timbro a secco invece è indice di produzioni ad un superiore livello qualitativo.
Alcuni fotografi si dichiaravano anche pittori in relazione al fatto che essi stessi operavano dei sapienti ritocchi nell’immagine al fine di correggerne possibili inesattezze o elementi poco graditi al committente. È molto importante saper anche a cosa si va incontro se queste antiche fotografie si conservano in modo inadeguato. Premesso che è responsabilità del detentore averne cura per ciò che rappresentano a livello sentimentale – le foto dei parenti defunti fanno parte della nostra storia personale oltre ad essere un bene per tutta la collettività-, occorre sapere che esse rappresentano un bene in sé e quindi meritano una conservazione adeguata.
A tal proposito è quindi bene sapere che il primo nemico è la luce. L’esposizione alla luce infatti accelera il procedimento degenerativo delle immagini, e potrebbe accadere che, all’improvviso, immagini che per un periodo di tempo lunghissimo si sono conservate bene, sbiadiscano rapidamente. Altro danno è rappresentato dall’accostare una immagine ad un’altra senza frapporre almeno un foglio di carta rigorosamente a PH neutro. Le immagini inoltre nel tempo sono state toccate da molte dita che hanno inevitabilmente lasciato sulla loro superficie impronte che potrebbero alla lunga danneggiarle. Occorrerebbe quindi sottoporle ad una speciale pulitura, che deve essere effettuata solo da mani esperte, con prodotti specifici, perché altrimenti si potrebbe fare più danno che altro. Per toccare le immagini si inoltre consiglia di adoperare guanti di cotone, sia per non ostinarsi a sovrapporre impronte su impronte sia per salvaguardare l’immagine una volta pulita. Per conservare comunque la memoria del soggetto ritratto nella foto, a volte potrebbe essere utile acquisirle con uno scanner per archiviarle in un CD.
Attenzione! Occorre assicurarsi che lo scanner acquisisca a Luce Fredda, perché si rischia di accelerare irreversibilmente il processo di degrado dell’immagine e la sua scomparsa.