Isole Cicladi

Le isole Cicladi, prendono il loro nome dall’essere un arcipelago costituito da 56 isole piccole e grandi che formano idealmente un magico cerchio intorno alla sacra isola di Delo. Delo, che per molti secoli costituì il centro religioso panellenico e che si dice, diede i natali ad Apollo e Artemide, è una piccola isoletta circondata da un mare splendido, interamente interessata dal sito archeologico. Le Cicladi sono ricche di spunti sotto il profilo storico-architettonico e ci consentono di entrare in contatto con la vera espressione dell’architettura cicladica. Architettura, ma anche archeologia, perché le Cicladi sono la culla della civiltà cicladica, (3.000-1.000 a.C) una delle più importanti civiltà mediterranee. La fantasia collettiva consegna alle Cicladi la tradizione di luogo dove si trovava la mitica Atlantide, sparita dopo misteriosi eventi geologici. Tale tradizione è supportata da studi di geologi che attribuiscono l’attuale particolare conformazione dell’arcipelago cicladico all’avvicendarsi di variazioni geologiche, terremoti, eruzioni vulcaniche, spostamenti della crosta terrestre che inabissarono molte parti della terra ferma.
Queste isole incantano per le atmosfere fatte di profumi e i colori, di canti e sapori antichi e per l’acqua del mare oltre che per le case, semplici forme bianche che si stagliano contro l’azzurro intenso del cielo. Abitazioni a uno o a due piani con tetti a terrazzo o con tegole costruite per un clima caldo in estate ma secco grazie ai benefici venti. I tracciati urbani dei paesini sono particolarissimi, e le stradine lastricate ripide e strette, sono solo alcuni degli elementi caratteristici dei centri abitati delle Cicladi. Mykonos è l’isola prediletta dai i turisti ed offre incantevoli spiagge dalla sabbia dorata oltre ad i classici tramonti ed i mulini a vento. Qui sono gli scorci più curati e caratteristici delle Cicladi, ma forse proprio per questo meno originali rispetto alla vicina Naxos, rimasta una delle isole più vere delle Cicladi.
Naxos la più grande per superficie tra le Cicladi (428km), fa la sua comparsa storica nel medio neolitico 5 mila anni a.C.. Nella prima età del bronzo raggiunge una densità di popolazione superiore confrontata alla media del neolitico, accanto alle attività di sussistenza si sviluppano la lavorazione dei metalli e parallelamente l’estrazione del marmo. Le lavorazioni della pietra, del bronzo, del marmo e della ceramica danno luogo ad anfore, vasi, oggettistica e ad i celebri “xoanon”, oggi esposti nei due musei archeologici dell’isola e in quello di Atene.
Dal porto del Pireo l’isola di Naxos si raggiunge in 3 ore e mezza di aliscafo, ma il percorso fatto con la nave (circa 6 ore) è da preferire se non si ha fretta, se il tempo lo consente offre infatti uno spettacolo impareggiabile ed una panoramica sulle isole. A secondo del periodo che si sceglie per visitare le cicladi, si possono trovare le isole affollate di turisti o più solitarie. Splendido il periodo di Giugno, in cui non c’è folla, ma già le isole si animano di alcune presenze turistiche ed il mare ed il clima è favoloso. Naxos è rocciosa ma fertile, garantisce ampi margini di autosufficienza alimentare ed ha una natura splendida, perché, anche se le dimensioni dell’isola sono pur sempre ridotte, possiamo usufruire di paesaggi marini e montani.
La sua posizione all’interno dell’arcipelago ha dato sempre buone garanzie di sicurezza agli insediamenti piccoli e non fortificati. Nella cosiddetta era arcaica (700 – 480 aC), l’isola si distingue per le esportazioni di marmo verso il continente. Tale ruolo conserverà anche dopo, fino al periodo in cui Delos diventa un crocevia importante dei flussi commerciali nel mar Egeo oltre che centro politico e religioso di primissima importanza. Durante il periodo classico Naxos entra nell’Alleanza di Atene combattendo contro i persiani. L’arte scultorea del periodo è caratterizzata da enormi”kouroi” come quello di Apollonas, alto più di 11 metri, di Melanes, ecc.. Del VI secolo a.C. è la celebre Portara (forse il mai completato tempio di Apollo), situato all’entrata del porto. La visita all’antico tempio di Portara sull’omonimo promontorio è consigliata soprattutto al tramonto, perché offre uno spettacolo unico quando il sole è inquadrato dalla cornice della porta.
L’isola è ricca di storia, lo testimonia il gran numero di torri, castelli e rocche sparse qua e là lungo e largo il suo territorio; Naxos è segnata di chiare impronte franco-cattoliche ereditate dai quattro secoli di francocrazia sull’isola e dai suoi frequenti contatti con i cavalieri di Gesù che coordinarono le crociate nel Medio Oriente. Il dogma prevalente è rimasto quello cattolico-romano trasmesso dagli ordini religiosi al loro seguito. L’isola fu conquistata da Marco Sanudo nel 1207 il quale fissò qua la capitale del feudo veneziano delle Cicladi badando molto al rafforzamento delle sue difese e garantendo un ciclo di pace e benessere. I pirati furono a lungo respinti e l’espansionismo ottomano nei balcani arginato.
Furono costruite fortezze, fortini, rocche di avvistamento e rifugi lungo l’intero territorio insulare. Capoluogo dell’isola è Chora, caratterizzata dai vicoli strettissimi sempre in salita in mezzo a case di pietra alte addirittura di tre e quattro piani, che vengono ogni anno sbiancate di calce e creano un contrasto unico col colore blu del mare. Poste ai piedi della fortezza veneziana dei Sanudo, costruzione massiccia che domina dall’alto dei suoi sette bastioni l’egeo intero, molte delle abitazioni sono adibite ad alloggi per ospitare i turisti rie. Principale attrazione turistica di questa isola sono le numerose ampie spiagge a sabbia fine, 40km di coste balneabili tra cui quelle più frequentate lungo la costa a sud del capoluogo, provviste di un buon numero di servizi e quelle più solitarie a sud, decisamente meno servite sono il prodotto di una inesorabile erosione del suolo prodotta dal vento. Più rocciosa infine, la costa orientale è anche la più colpita dal meltemi il vento dell’egeo.
Le più frequentate spiagge sono localizzate a sud di Chora lungo appunto il tratto di costa sudoccidentale che unisce il capoluogo al villaggio turistico di Ayiassòs, all’incirca 30 km di spiagge: Ayios Georgios, Ayia Anna, Plaka, Ayios Prokopios, Mikri Vigla e Orkos, KastrakiAlykos, Pirgaki e Ayiassos, tutte quante ormai villaggi turistici più o meno avanzati con molta predisposizione agli sports estivi come beach volley e soprattutto wind-surfing. Collegate con Chora via terra frequentemente d’estate, sono a portata dei bambini e sorprendono per le dimensioni e la sabbia finissima. A nord di Chora il paesaggio diventa più roccioso e inaccessibile: per i nuotatori più esperti, la spiaggia di Grotta può essere indicata anche per la sua tranquillità oltre che per il paesaggio di roccia particolarmente suggestivo. Grotta ospita il ruderi dell’insediamento miceneo rinvenuto dagli scavi archeologici dei primi del novecento. Spiagge sicuramente meno battute sono quelle di Abràmi, Pahià Ammos e Faneromeni. Altre spiagge, tranquille sebbene isolate e spesso sotto la minaccia del vento settentrionale che spira sul mar egeo d’estate, se ne trovano attorno a Apiranthos, sulle coste orientali di Naxos. Altre spiagge di sabbia ampie e tranquille troviamo a Moutsounae a Azalià.
Più a nord, il tratto di costa diventa sempre più roccioso: da Koronas si raggiunge la splendida spiaggia di Liònas, solitaria e assolutamente scenica. Infine, nell’estremità settentrionale ma sulla costa orientale. Mancano del tutto le strade asfaltate nella zona meridionale dell’isola dominata dal massiccio dello Zeas, montagna rocciosa, rude e completamente disabitata. Lungo il tratto di costa sudorientale dell’isola, da Psilì Ammos a Panormos si estendono innumerevoli spiagge deserte Ai Giannis, Lefkoni, Kanaki e Klidos molto frequentate dagli amanti del subacqueo e del naturismo. Ma l’isola è splendida anche all’interno, noleggiare un mezzo che ne consenta l’esplorazione è fondamentale per capire la vera essenza dell’isola. Centri come Apollonas, Filoti, e Apiranthos ci introducono nella Naxos più autentica e ci portano a scoprire scorci molto suggestivi e tracce veneziane impresse in fortini e rocche di avvistamento sparse qua e là per il territorio arido e montagnoso.
La strada Naxos – Filoti incrocia nei suoi primi chilometri il monastero di Ayios Mamas, monastero storico di Naxos, e poi il borgo fortificata di Sagrì, con la sua torre veneziana e il suo tempio ionico di Giroulas, una delle meglio conservate aree archeologiche dell’isola. Al 180 km della statale si estende il caratteristico paesino di Halkio, ottima la produzione del liquore al cedro realizzato con metodi tradizionali. Superbo il monastero Panagia Drossianì dedicato a Maria situato nella frazione Monì, del VI secolo d.C., (tra i più interessanti monumenti alla cristianità ortodossa di tutti i balcani); e per la curiosa chiesa di Maria, (Panagia Protothronos), la cattedrale ortodossa dell’isola, a due capelle, costruita nel IX secolo e più volte ritoccata a partire dall’anno mille.
La vallata di Sagrì fu particolarmente valorizzata ai tempi della Serenissima: feudo amministrato dalla famiglia Barozzi (da cui anche la villa di campagna meglio conservata dell’isola) fu difeso a partire dalla fortezza di Apano Kastro, la seconda più importante delle strutture difensive dell’isola lasciata dai veneziani dopo quella della capitale (Kastraki). Filoti (19km) è il comune più popolato di tutta Naxos, il cuore della vita rurale dell’isola. E’ costruito ai piedi del monte Zeas, la montagna più alta di tutte le Cicladi (1004m), con vista alla fertile vallata di Tragheas, coltivata di ulivi. Anche qui, possiamo ammirare rocche di avvistamento, ville e cascinali di campagna. La loro origine spesso precede il medioevo risalendo a tempi arcaici: è di origine ellenistica la più famosa delle torri di Filoti, Himaros, raggiungibile non senza fatica ma promettente panoramiche particolari. Avventurarsi per il massiccio di Zeas a sud di Filoti non è sicuramente facile tuttavia alcuni sentieri ci permettono di raggiungere da qui le grotte a stalattiti e stalagmiti di Arià, luogo di culto a Giove durante l’antichità, e le più remote spiagge dell’isole nel sudest di Naxos (baia di Panormos).
Ad Apeiranthos, il paese del marmo e dei mulini a vento ed uno dei principali centri amministrativi durante la dominazione veneziana sulle Cicladi, che si trova a 25 km da Chora ai piedi del monte Fanaria a 600m di altezza dal livello del mare, possiamo visitare il secondo più importante museo archeologico di Naxos con reperti risalenti alla civiltà cicladica, che ebbe una forte presenza nella regione ben prima della cosiddetta età del bronzo. Apiranthos, il più autentico dei villaggi di Naxos ha origini bizantine, periodo in cui per paura delle piraterie, la gente si ritirava dalla costa per l’entroterra montagnoso, conserva assieme alle più tipiche architetture locali il dialetto e il vestiario originali: il museo folcloristico locale offre un riassunto esaustivo di artefatti tratti dalla tradizione locale. Sulla costa orientale di Naxos si estendono le spiagge di Moutsouna, minuscolo paese di pescatori a 12km dalla città e Psili Ammos, e più a nord a partire da Koronòs la suggestiva baia di Lionas.
Un cenno deve essere fatto anche alla gastronomia locale che offre una notevole varietà di prodotti tipici della cucina greca e dell’ottimo pesce, oltre ad i prodotti locali come i formaggi. Infine sottolineamo la posizione dell’isola che è favorevole a numerose escursioni presso le isole vicine. Vicinissima a Naxos è Paros, con la tupenda la chiesa della Madonna di Ekatontapiliani. Di fronte si trova un’altra piccola isola, Antiparos, resa più completa dalla splendida grotta adorna di stalattiti nella collina di Aghios Ioannis.

Mikonos
Mikonos
Mikonos (mulini)
Mikonos
Naxos (spiaggia)
Naxos
Naxos (mare)
Naxos
MIkonos
Mikonos
Mikonos
Mikonos
Mikonos
Mikonos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos (mulino)
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos
Naxos (Portara)
Naxos
Naxos (mare)
Naxos
Naxos (mare)
Naxos
Naxos (porticciolo)
Naxos
Delos
Delos
Naxos - Kouros
Naxos – Kouros