Custonaci: Tra arte e territorio


quadro
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DESIGN

Progetto di un oggetto in marmo, che possa favorire un recupero della cultura materiale relativa alle cave di marmo.

Tra arte e territorio

Relazione –genesi di una idea progettuale.

Gli aspetti di cui si è tenuto conto nella progettazione sono stati quelli di:

  • valorizzazione dell’identità del territorio inteso come recupero delle identità e culture locali
  • rilancio del territorio mediante la promozione di un’offerta turistica di qualità oltre che un rilancio di un indotto economico qualificato; – offerta turistica individuata: carattere didattico del parco
  • valorizzazione dei beni culturali e naturalistici come risorsa economica per lo sviluppo del territorio anche a fini turistici; valorizzazione delle permanenze architettonico- produttive rurali

I parte: L’ambito territoriale

Monte Cofano
Monte Cofano

Il luogo prescelto per inserire l’oggetto progettato è quello del territorio relativo al Comune di Custonaci, importante centro marmifero del trapanese, che si inserisce nel comprensorio costituito dai comuni di Valderice, Erice, Buseto Palizzolo, Paceco e Trapani. E’ compreso nell’ambito territoriale che è definito dalle Linee guida del Piano Paesistico redatto dall’Assessorato BB.CC.AA. e P.I., come “Area dei rilievi del Trapanese”, che comprende anche BusetoPalizzolo, Castellammare del Golfo, Erice Valderice e S. Vito lo Capo. All’interno di tale ambito “i processi di modernizzazione che si manifestano a valle alla fine dell’800 e nel 900 determinano la decadenza della città di Erice e la nascita di una serie di Borghi” tra i quali Custonaci, che nel II dopoguerra assumerà autonomia amministrativa. “L’ambito è caratterizzato dall’alto valore del paesaggio vegetale di tipo naturale, (…) da elementi di grande interesse storico, archeologico ed artistico, nonché da manufatti legati alle attività produttive ed alla difesa della costa che testimoniano una qualità diffusa nei caratteri dell’architettura tradizionale (tonnare, torri costiere, bagli ecc…)”. La caratteristica geologica del territorio di Custonaci è quella di estesi affioramenti di calcari e calcari dolomitici mesozoici che hanno determinato, come riportato nell’allegato tecnico distribuito per il concorso, “un paesaggio antropico cui l’elemento caratterizzante è la cava”. L’importanza di questa attività estrattiva è confermata dall’utilizzo che nei secoli si è fatto di questo pregiatissimo marmo, diffuso in tutto il mondo. Il Libeccio ed il Libeccio antico sono ad esempio marmi policromi “molto pregevoli sotto il punto di vista estetico decorativo”. Una produzione che tenga conto della realizzazione di elementi decorativi di prestigio potrebbe orientarsi sulla scelta di tali qualità marmoree, nell’ottica appunto di una “ produzione di lavorati qualitativamente più ricercati che possano essere collocati su mercati più ricchi e raffinati”.

  • Motivazioni e caratteristiche del progetto
cave di marmo
cave di marmo

L’oggetto della progettazione, lo immagino integrato ad un più complessivo progetto di valorizzazione territoriale e delle risorse di tipo etno-antopologico del territorio limitrofo alle cave di Custonaci, che potrebbe chiamarsi “le vie del marmo”. In questo ambito si potrebbe infatti sviluppare un museo territoriale, a carattere didattico di tipo antropologico, utilizzabile nei periodi di scarsa vocazione turistica, che potrebbe fungere anche come attrattiva per il comparto del turismo internazionale nei periodi tradizionalmente più sfruttabili. L’elemento e gli elementi che si andranno a progettare, naturalmente realizzati in marmo di Custonaci, prevederebbero una riproposizione in chiave scultoreo-monumentale di oggetti appartenenti alla tradizione culturale di tipo produttivo del comprensorio, e si inserirebbero nell’ambito di un percorso che recupera una simbolica via del marmo. Tale via, partendo dalla cava, potrebbe pervenire seguendo il filo di un racconto, fino alla conoscenza dell’utilizzo del marmo nell’ambito della cultura produttiva materiale passando dalla utilizzazione dello stesso nei riti propiziatori legati ai raccolti …. Dal marmo alla terra o dalla terra al marmo, in un costante rapporto simbolico che lega da millenni queste due materie apparentemente diverse. Un rapporto che si arricchisce di nuove connessioni se lo pensiamo come costituito della stessa sostanza, espressa a stadi diversi.

Una ricerca storica che conduca, attraverso lo studio di tali reperti, ad una loro esatta riproposizione è condizione necessaria per conferire validità all’intero progetto che, essendo a carattere didattico, non può esimersi dal raccontare una realtà passata per al contempo configurarne la futura. Inoltre il progetto dovrà tenere conto delle caratteristiche dei vincoli dell’area prescelta… Dovrà essere compatibile con il contesto paesistico di pregio nel quale si sovrapporrà. Non dovrà generare un impatto sfavorevole, anzi, dovrà essere mirato alla valorizzazione di tutti quegli aspetti paesaggistico-architettonici che, gli oggetti progettati, mirano a mettere in relazione. Per questo la scelta si configura come un tipo di progettazione nel suo complesso attenta alle identità territoriali che ne verrebbero oltre che valorizzate anche esaltate dal rapporto con il contesto naturale. Contemporaneamente si potrebbe avviare anche una riqualificazione dell’esistente e ad esempio riportare alle antiche funzioni alcune permanenze (dal baglio al semplice ricovero agricolo) nell’ottica di un museo diffuso a carattere territoriale.

II parte: Il progetto complessivo

  • La via del marmo

  Il museo territoriale si svolge lungo la via del marmo. Essa è un percorso che si forma in relazione al collegamento delle principali permanenze di tipo architettonico produttivo che si trovano nel territorio circostante la cava di Custonaci. Ogni elemento potrà essere recuperato e valorizzato ed entrare a far parte del museo territoriale a carattere etno-antropologico. La presenza della permanenza architettonica a carattere produttivo e/o rituale sarà segnalata nel territorio interessato dall’area del parco, da un’altra presenza che si verrà a sovrapporre all’esistente. Questa sarà una  scultura in marmo che riprodurrà, ingigantendolo, un pezzo di storia della cultura materiale della zona di Custonaci… Una macina ad esempio, un torchio, o una stele ecc… Queste saranno delle vere e proprie sculture a cielo aperto, una operazione di “Land Art” che distinguerà in senso artistico e qualitativo questa parte di territorio. Si potrà girare intorno alle opere, si potranno toccare, studiare perché essendo riproduzioni di oggetti reali ingigantiti sarà più manifesto il loro meccanismo costruttivo. Si potrà anche entrare in relazione con esse attraverso una piccola sfera di marmo, che sarà data all’ingresso del parco ai visitatori che vorranno portarla con loro durante il percorso.
E qui perveniamo alla formulazione progettuale dell’elemento proposto. Tale sfera, oggetto di questa progettazione, avrà oltre ad una valenza di tipo estetico anche una doppia funzione: farà parte essa stessa della fruizione interattiva delle opere situate nel percorso, da parte dell’utente del parco. La perfetta forma sferica che rivela le venatura e del marmo prezioso di cui è costituita, sarà interrotta da una parte concava, scavata. Tale parte sarà sovrapponibile ad una corrispondente parte convessa che si troverà in ogni scultura del parco. Le parti della sfera e della scultura potranno combaciare ogni qual volta il visitatore vorrà interagire con l’opera marmorea. Questo tipo di “gioco”, è funzionale specialmente per stimolare l’attenzione di un pubblico giovanile, che è quello più importante da raggiungere sotto il punto di vista del messaggio di tipo didattico che il parco-museo si propone di dare. Il progetto così vuole integrare l’oggetto realizzato con la fruizione attiva del territorio e delle opere in esso collocate. Vuole costruire un percorso, fisico ma anche ideale e che sintetizzi il rapporto dell’uomo con il marmo, con gli oggetti di cultura materiale creati con il marmo e con il territorio e la sua identità. Una semplice sfera con una parte sagomata rappresenterà questo ideale congiungimento simbolico.

III parte: L’oggetto della progettazione

  • La sfera di marmo
sfera
sfera di marmo

La sfera di marmo diviene componente essenziale della via del marmo e la sua forma, fatta per coincidere con le sculture posizionate lungo la via, servirà ad innescare un procedimento di contatto diretto con l’opera e ne sosterrà successivamente il ricordo attraverso il coinvolgimento della percezione tattile, oltre che visiva. Questo elemento, progettato per essere parte dell’esperienza percettiva vissuta all’interno del parco, si caricherà della suggestione esercitata dai luoghi e dalla scoperta delle permanenze che vi insistono. Dovrà ricordare la fatica dell’uomo che estrae il marmo dalle cave e da esso trae il materiale di costruzione di quelle permanenze che contribuiscono a disegnarne la sua identità territoriale. Chi vorrà potrà alla fine del percorso acquistare la sfera di marmo di Custonaci per poi esporla in casa sua come un oggetto che oltre ad avere una valenza di tipo estetico (l’oggetto possiederà tutte le caratteristiche di una piccola opera d’arte), sarà il ricordo di un esperienza artistica direttamente vissuta. Questo oggetto crea un legame ideale con l’esperienza di un percorso che si svolge lungo una via, la via del marmo, ma anche dentro se stessi se si riesce ad interiorizzare quel legame profondo che ha l’uomo con la sua terra., fatta del lavoro dell’uomo nel rapporto con la terra e con l’intima componente spirituale da cui non si può prescindere.

   Questa sfera diventerà così un oggetto prezioso, per il significato che esprime più che per il valore intrinseco della sua forma e della materia di cui è composta. Essa sarà un gioiello.

IV parte: La collocazione dell’oggetto nell’ambito del mercato internazionale      

  • Ipotesi di un mercato 

Cosa mi ha fatto pensare che un oggetto come questo potrà essere appetibile per il visitatore del parco, tanto da volerlo acquistare? E soprattutto, è conveniente il rapporto tra la costruzione dell’oggetto ed il suo ipotetico valore commerciale. Cioè, quanto dovrebbe costare questo oggetto per ottenerne guadagno.

Innanzitutto la valutazione parte da una constatazione. Il turista medio vuole ottenere un ricordo dei luoghi che ha visto e generalmente per questo si rivolge all’acquisto dei soliti souvenir. Il visitatore delle vie del marmo ama la natura, l’intimo contatto con essa, oppure è un appassionato di architettura, di antropologia, di arte e ripone un maggior peso sul ricordo tangibile dell’esperienza che ha tratto durante la visita del luogo. E’ il tipo di utente che, per intenderci, dopo un’escursione sull’Etna desidera acquistare e portare con sé un pezzettino anche piccolissimo (meglio se piccolissimo…) di lava, perché al suo ritorno, attraverso quel pezzettino di materia si ricongiunge idealmente con l’esperienza che ha vissuto visitando quel vulcano. Io stessa, quando da ragazzina sono stata in Grecia, presi un ciottolo di marmo e lo portai con me. L’idea di possedere un pezzo di materia simile a quella utilizzata per le antiche sculture classiche mi esaltava e mi congiungeva idealmente a quella terra ed alle opere d’arte che in essa sono nate.

Queste considerazioni mi spingono a credere che l’oggetto verrà acquistato. Quanto alla convenienza nel costruirlo, bisognerà valutarne i costi analiticamente e questa non è la sede giusta. Però ad occhio e croce questi dovrebbero essere gli elementi di valutazione:

  • materiali e dati utili sul progetto
disegno sfera
disegno sfera

L’elemento sfera di marmo presenta un diametro di 12 cm, è realizzato con i materiali marmorei più pregiati ma pur sempre di risulta, e quindi che quasi già non posseggono più un vero e proprio mercato. La trasformazione di questi pezzi in sculture non può che essere una operazione vantaggiosa sotto il punto di vista economico, anche perché dovrebbe essere avviato un procedimento di riproduzione industriale del un prototipo scolpito da un artista (possibilmente gravitante nell’area del trapanese). Il costo della realizzazione delle sculture in marmo che fanno parte del parco, potrebbe essere la spesa più consistente sia per la dimensione delle opere da realizzare che per il pagamento del contributo dovuto allo scultore che dovrebbe essere appunto uno scultore di comprovata esperienza particolarmente abile e dotato di senso artistico. Ma tali spese dovrebbero essere riassorbite nel tempo dai proventi del biglietto d’ingrasso dl parco. Tornando all’elemento progettuale “sfera di marmo”, il marmo prescelto per un eventuale prototipo è quello policromo: il libeccioche sotto il punto di vista della realizzazione di un elemento di forte valenza estetica e artistica mi sembra il più adatto. Non escludo comunque che altra qualità anche più monocromatiche non potrebbero sortire un effetto estetico molto soddisfacente. Il solco che dovrà recare la sfera, è ad andamento curvilineo e simboleggia pur non essendone una riproduzione, l’articolazione del percorso della via del marmo. All’interno il solco allo scopo di evidenziare la materia grezza del marmo, è lasciato allo stato semi-ruvido pur se privo di asperità. Tale parte concava non dovrà cioè essere levigata come invece il resto della sfera. La sfera dovrà essere levigata e lucidata allo scopo di esaltare le venature del marmo policromo di cui è costituita.

CONCLUSIONE

Le vie del marmo mi hanno condotto al gioiello di Custonaci. E’ gioiello il marmo, ma è gioiello anche ciò che raffigura e simboleggia: la realtà produttiva di una terra che si evolve. Che da terra diventa marmo, che da marmo può diventare oro senza perdere la sua essenza di marmo: la sua identità.