Leon Battista Alberti
(Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 20 aprile 1472)
nacque a Genova da una ricca famiglia fiorentina, in esilio per ragioni politiche dal 1401. Anche se dopo la morte del padre dovette subire forti disagi economici, si laureò comunque in Diritto a Bologna nello stesso anno in cui venne operata la revoca del bando di esilio che gli aveva impedito di conoscere Firenze, città d'origine della sua famiglia.
Forse proprio a causa di questo desiderio coltivato da sempre nel suo cuore, la città di Firenze e le sue architetture dovettero apparire al giovane Alberti cariche di un fascino del tutto particolare, che andava di certo addirittura oltre quello che naturalmente già esercitavano su qualsiasi visitatore.
Alberti divenne presto il maggiore teorico dell'architettura rinascimentale e la sua fascia di influenza si estese anche in Europa. Anche se il suo intervento diretto nelle opere da lui stesso progettate sarà circoscritto a pochissime opere, la sua facoltà di mutare il corso dell'architettura della sua epoca si esplicherà comunque, grazie alla sua opera di trattatista. Uomo molto colto e raffinato umanista, conoscitore di tutte le arti, produrrà dei trattati di arte, architettura, scultura che restano ancora oggi dei riferimenti validissimi. Alberti intraprese giovanissimo la carriera ecclesiastica, che gli offrì la possibilità di accrescere il suo patrimonio culturale e di entrare in contatto con le più importanti corti dell'epoca come quella di Ferrara, Mantova e Rimini.