Spazialismo

Fenomeno artistico nato nel 1947, in Italia, ad opera di Fontana. Il gesto portato alle sue estreme conseguenze di intervento-azione sullo spazio è esemplificato dalla sua figura artistica. Le opere più famose di Fontana sono le tele tagliate con uno o più tagli netti. Tali opere hanno, sin dalla loro apparizione, suscitato scalpore proprio per l’essere caratterizzate dalla presenza a volte esclusiva del segno forte, sulla tela. Tela che viene tagliata da netti squarci di lama.
Il termine spazialismo deriva dalla concezione dell’artista che sostiene che, qualsiasi cosa che si fa coscientemente è un fare nello spazio. Fontana fu anche scultore. E del resto in questa sua costante ricerca del rapporto con lo spazio, come non dedicarsi alla scultura! Modellava prevalentemente delle sfere che venivano poi come spaccate. “Il gesto che spacca la sfera – afferma Argan-, mette in comunicazione lo spazio esterno con l’interno, il gesto che fende la tela ristabilisce la continuità tra lo spazio al di qua e al di là del piano”.
Tra il 1947 ed 1953, il pittore teorizzava in sette manifesti lo spirito dello spazialismo, che voleva rinnovare il linguaggio di pittura e scultura in una sorta di adeguamento ai progressi scientifici. Quindi si voleva invitare l’artista ad utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione offerti dalla tecnologia, come la radio e la televisione, ma anche cose come la luce al neon, per fare opere che esprimessero “forme colore e suono attraverso gli spazi”. Alcuni artisti vi aderirono, seppure con diversi atteggiamenti. Tra questi spiccano i nomi di Baj, Capogrossi, Scanavino.