Essere l’ “involucro fisico di un’idea”: la danza e l’arte

le ballerine di Degas

La danza rappresentata dagli artisti, ci riporta alla mente i dipinti delle ballerine di Degas, pittore che alla fine dell’800, ci invitava già a considerare gli aspetti più intimi del ballo e la fatica compiuta dalle ballerine, che nei loro spumeggianti abiti di tulle egregiamente rappresentati dalla tecnica impressionista, attendevano concentrate le indicazioni di un vecchio maestro.

dipinto di Renoir

E se Degas ci proponeva scene vissute in un interno, i dipinti di Renoir ci invitavano ad apprezzare l’aspetto più gioioso delle danze all’aperto, di una Parigi mondana che appariva quasi unirsi a queste danze collettive, svolte nei modesti locali alla moda con leggiadria e spensieratezza.
Tutti gli artisti che si sono cimentati nel rappresentare la danza hanno contribuito a sottolinearne qualche diverso aspetto…

Matisse: danza in cerchio e Nolde nel 1913
Matisse giunge alla rappresentazione dell’origine e del significato profondo della danza con la sua mistica danza in cerchio e Nolde nel 1913, ci presenta il senso del vortice della danza, rappresentando una “Ballerina” che, senza più freni inibitori, si mostra totalmente preda del ritmo e dell’euforia.

 
Ma la danza non è solamente espressione spontanea, ed E. Munch nella “Danza della vita” rappresenta proprio questo, mostrandone in modo disincantato gli aspetti più esteriori, come è sua consuetudine, e sottolineando che anche la danza può simulare un palcoscenico della vita, dove mostrare quelle maschere che l’uomo è costretto a portare in una società falsa e ipocrita.
 

Botero:  due grassi ballerini
Anche Botero compie a suo modo una critica…. L’artista raccoglie la tradizione del ballo popolare, da festa campagnola, e traduce i suoi protagonisti in due grassi ballerini che si impegnano in una danza all’aperto, senza guardarsi, ma solamente intenti a contare i passi.
 

Picasso: La danza  “La danza” di Chagall del 1951
E se Picasso con l’opera dal titolo “La danza”, mostra in primo piano una donna nuda, che balla con le braccia aperte davanti a due musicisti, che sembrano quasi gestirla come fosse un fantoccio, ben diverso è il tono del dipinto “La danza” di Chagall del 1951, che ci riporta al mondo onirico dell’artista, alla memoria del suo paese natio e all’incanto di quei ricordi. Tutto diventa magico, e la danza e la musica si fondono in un unico richiamo d’amore che li fa salire verso il cielo.

Gli artisti ci danno l’opportunità di riflettere che la danza può esser vista come espressione individuale o collettiva, e può essere vista come espressione spontanea o convenzionale a seconda dei contesti.

Se infatti Renoir ne sottolinea il gioioso aspetto mondano, Munch affronta le convenzioni sociali e il ruolo che assume nella società un certo tipo di danza, svuotandola di ogni spontaneità. Se Nolde affronta il tema della danza frenetica e tribale svincolandola dal contesto socio-culturale cui lui stesso appartiene per attingere al senso liberatorio della danza, Chagall enfatizza il ruolo della memoria che trasfigura e fa diventare favola la danza, che assume quei toni fantasiosi utili ad avvicinare danza e musica allo spirito più autentico del suo paese d’origine.
Toni diversi naturalmente il tema della danza assume anche in Picasso, che ama scavare dentro la psiche dell’uomo e farne emergere gli aspetti meno nobili anche nella pratica della danza. Al modo di vedere picassiano si oppone poi “La danza” di Matisse che attinge al senso mistico dell’antica danza in cerchio e mira a confermare l’unione de terreno e del divino anche attraverso l’innovativo uso dei colori.

 danzatrice Loie Fullerche di Toulouse Lautrec
La comunione tra il movimento e l’uso dei colori è sottolineato alla fine dell”800, dalla splendida interpretazione della nota danzatrice Loie Fullerche Toulouse Lautrec ritrae in uno dei suoi numerosi disegni.
Il gusto per la linea sinuosa in Toulouse si concede al movimento del braccio dell’artista, quasi che la danza sia anche quella del movimento stesso della mano dell’artista sul foglio.
Il soggetto del disegno, la ballerina americana, Loie Fuller, divenne nota al pubblico per uno spettacolo in cui fondeva luci colorate e suoni ed esaltava il movimento attraverso l’uso di grandi foulard di seta, che agitandosi al ritmo della sua danza componevano figure meravigliose tanto da esser descritta da Mallarmè come “involucro fisico di un’idea”.

Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore

Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore è scritto nella Bibbia nel noto passo della danza di Davide, in occasione del trasferimento dell’arca a Gerusalemme.

Tale riferimento richiama alcune antiche danze ebraiche, che erano in cerchio e rappresentavano il senso più vero della festa. Ancora oggi esse vengono dette hag, che vuol dire appunto festa.

La danza in cerchio rappresenta da sempre l’unione con il divino…. Il rito del matrimonio bizantino presenta una triplice danza in cerchio, e del resto in cerchio sono proposte molte danze propiziatrici popolari che miravano ad rigenerare la fertilità della terra.

 “L’Amor che move il sole e l’altre stelle”

È affascinante anche l’ipotesi di Luciano da Samosata per cui la danza nasce dall’amore e prende origine dalla danza degli astri. A questo proposito è interessante ricordare che E. Mattiacci nello spazio della ex fonderia Lombardini, ha realizzato una installazione dal titolo “Danza di astri e di stelle” nell’ambito dell’iniziativa “invito a….”, e che fa parte della collezione dei musei civici di Reggio Emilia. Si tratta di tre lastre rettangolari in acciaio di ben 10 metri, che realizzano uno schema geometrico a triangolo e si elevano leggere verso il cielo presentando delle forature che evocano i percorsi degli astri e delle sette stelle del Carro Maggiore.

tre lastre rettangolari in acciaio di ben 10 metri

Dunque la danza nasce all’insegna del desiderio dell’uomo di relazionarsi al divino imitando i ritmi impliciti nella natura seguendo il ritmo del proprio stesso cuore.

A tal proposito non possiamo non ricordare le rappresentazioni della danza nell’ambito delle antiche civiltà come l’egizia: un interessante reperto a tal proposito è stato rinvenuto in una tomba tebana a Sheck abd Qurna e sembra proprio raffigurare un passo a due (museo di Londra).


Una danza emerge dal mare….

Satiro danzante

Una danza emerge dal mare…. È il 4 Marzo del 1998 e , nei fondali del Canale di Sicilia viene ritrovato un bronzo di incerta origine che viene immediatamente battezzato “Satiro danzante”. Ammirarlo è un’emozione, e la gente accorre per vederlo facendone a lungo un argomento di discussione.

Quello che rapisce in verità dell’opera bronzea e che ancora attira un consistente numero di visitatori al Museo di Mazara del Vallo, è proprio il movimento espresso dalla scultura: quella danza antica nella quale ancora oggi sembra essere coinvolta così appassionatamente da renderci partecipi e sconvolti.

scultura berniniana “Apollo e Dafne” conservata alla galleria Borghese di Roma

Uno splendido omaggio alla danza è la scultura berniniana “Apollo e Dafne” conservata alla galleria Borghese di Roma. Il capolavoro del barocco infatti pur raccontando il dramma di una fanciulla che preferisce trasformarsi in un albero di alloro pur di sfuggire alle brame del giovane Apollo, stempera l’avvenimento attraverso la simulazione di una danza a due. Il riferimento appare evidente nelle movenze di entrambi, Apollo che ha la gamba sollevata da terra e Dafne che cinta appena in vita dal braccio di Apollo, solleva le braccia in una mossa piena di grazia. Il gruppo scultoreo ci invita a ruotare intorno ad esso e a percepire quasi un eco lontano di musica barocca.


Da Roma a Venezia e i suoi balli in maschera tanto celebrati dalla pittura settecentesca…..lo scenario appare cambiare ma in realtà anche qui è la grazia della danza a invogliarci ad entrare dentro lo spazio del quadro…. Quei personaggi dai movimenti graziosi, e dai costumi così preziosi ci gratificano con la loro leggiadra presenza. E lo spettatore inconsapevolmente danza, partecipando a suo modo ad una festa antica, quando la musica accompagnava i passi, piccoli e misurati, di una piccola parte di mondo che ancora oggi ci affascina di un lagunare splendore.

Sebbene sia di antichissime origini una “danza cristiana” per un certo periodo nel Medioevo, essa venne relegata al di fuori della sfera religiosa. La Chiesa vedeva infatti in un certo tipo di danza un retaggio del paganesimo. Sopravvisse quindi un tipo di danza in cerchio: la “Carola”.



La carola poteva anche essere legata ai costumi medievali del corteggiamento. Si riteneva infatti che girando attorno alla donna desiderata, l’innamorato potesse garantirsene il futuro possesso. Si trattava quindi anche in questo caso di una danza propiziatoria. Esiste anche una carola di tipo religioso, come attesta la “Carola” angelica proposta in figura, dipinta nel giudizio universale da Beato Angelico nel XV secolo.

Altro aspetto interessante che può a ben ragione ricadere nell’ambito artistico, sono alcune danze popolari realizzate nell’ambito di alcune feste religiose. Il loro fascino risiede nel loro perdurare nei secoli. Sono le danze ritmiche cadenzate di massa, realizzate nell’ambito delle processioni con la danza delle “Vare” in Sicilia, oppure le danze con i ceri o all’interno delle chiese, in forma di giri ritmici lungo la navata.

opera di F. Gehry, Ginger e Fred
 
Infine l’architettura che dialoga con la danza…. L’opera di F. Gehry, Ginger e Fred, propone due torri che sembrano danzare come i due straordinari ballerini americani degli anni 30.

Non occorre starci a pensare più di tanto per riconoscere chi fra le due rappresenti la figura femminile… la bravura dell’architetto ha saputo restituire il dinamismo di una danza in un materiale inerte…. Ha saputo inserire all’interno del contesto di una città come Praga, una architettura diversa senza generare alcun apparente distacco se non per il linguaggio, che decisamente si presenta innovativo.